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Roma capitale e l’affare milionario legato ai flussi migratori

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Già due giorni fa grazie alla confessione di Mario Monge era apparso agli investigatori un secondo capitolo importante di “mafia capitale” , cioè dell’organizzazione mafiosa che aveva come capo assoluto l’ex membro della banda della Magliana Massimo Carminati. E ieri ne abbiamo una conferma con l’arresto da parte della procura della repubblica e dei carabinieri del ROS di 44 altri arresti (oltre i precedenti 37 avvenuti nei mesi scorsi) che sono in corso di esecuzione nel Lazio,in Abruzzo e in Sicilia per associazione a delinquere ed altri reati. Ventuno sono indagati a piede libero.
Sullo sfondo c’è l’affare milionario legato ai flussi migratori e alla gestione dei campi di accoglienza per i migranti. Il blitz dei carabinieri è scattato all’alba nelle province di Roma, Rieti, Frosinone, l’Aquila, Catania ed Enna. Nell’ordinanza di custodia cautelare emessa su richiesta della tribuna distrettuale antimafia di Roma sono ipotizzati a vario titolo i reati di associazione mafiosa, corruzione, turbativa di asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori ed altro. Insieme con gli arresti sono in corso perquisizioni a carico di altre ventuno persone indagate per gli stessi reati. Secondo gli investigatori gli accertamenti seguiti ai primi arresti dei mesi scorsi hanno confermato l’esistenza di una struttura mafiosa operante nella capitale, cerniera tra ambiti criminali ed esponenti degli ambienti politici, amministrativi ed imprenditoriali locali.” In particolare le indagini hanno documentato quello che gli inquirenti definiscono un ramificato sistema corruttivo finalizzato a favorire un cartello di imprese non solo riconducibili al sodalizio e interessato alla gestione dei centri di accoglienza e ai consistenti finanziamenti pubblici connessi ai forti e crescenti flussi migratori dai grandi continenti in difficoltà come Asia ed Africa.

Le rivelazioni di Monge registrate nei giorni scorsi hanno aperto agli inquirenti una pista di grande interesse sulle connessioni tra i campi di accoglienza per i profughi e gli altri affari di cui quelle cooperative erano protagoniste nella capitale.


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