E’ una città “diversa”, surreale e cambiata quella che ha assistito ai funerali dell’avvocato Mario Piccolino, ucciso con una pistola di piccolo calibro venerdì scorso nel suo studio al centro di Formia da un uomo di cui la polizia possiede dei frame delle videocamere del quartiere e quasi niente altro.
La camera ardente è stata allestita nella sala consiliare e vi hanno fatto visita, oltre che moltissimi cittadini, anche il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e il Prefetto di Latina, Pierluigi Faloni, mentre a qualche metro di distanza continuavano senza sosta le verifiche della squadra mobile.
Da cinque giorni Formia vive l’effetto indotto da un morte che non si aspettava. Le ipotesi sul movente del delitto sono tutte in campo e si va dalla pista legata all’attività professionale a quella della <lezione> della camorra diretta ad un blogger irriverente qual era diventato Piccolino dopo essere andato in pensione come avvocato, fino al messaggio indiretto all’amministrazione comunale di cui l’anziano avvocato era una sorta di “portavoce esterno”.
Girava perennemente per la città con la macchina fotografica Mario Piccolino, conosciuto da tutti. Probabilmente ha nel suo archivio le facce e le pose di tutta la città. Una piccola città di provincia che non arriva a 40mila abitanti ma che da anni è il centro di interessi economici della criminalità organizzata e oggi conta una concentrazione di famiglie camorristiche che, forse, un agglomerato urbano così modesto non può sopportare.
Questo elemento oggettivo ha fatto sì che una delle primissime ipotesi circa i motivi che hanno armato la mano del killer possa essere proprio il blog Freevillage.it su cui Piccolino scriveva le sue “arringhe”. Lui era l’occhio sulla città, nel bene e nel male. Un carattere irrascibile, polemico, una vita complessa fatta anche di acciacchi fisici ma in definitiva uno sguardo sempre presente su ogni cosa, dall’appuntamento politico alla mostra artigianale, al convegno sulla legalità. Detto questo, descrivere l’avvocato-blogger <solo> come paladino della legalità sarebbe quantomeno riduttivo perché i suoi post sul blog talvolta erano incomprensibili e assai lontani dalla lotta per la legalità. E’ stato più volte al centro di polemiche per i suoi attacchi sessisti a donne impegnate nella politica locale (Paola Villa, Patrizia Celentano, Erminia Cicione); ha avuto memorabili scontri con alcuni consiglieri, tra cui Mattia Aprea, oggi avvocato del Comune nel ruolo di rappresentante della parte civile in questa brutta vicenda; e poi ci sono stati gli attacchi senza veli ai giornalisti, come Adriano Pagano e Francesco Furlan del sito locale H24 a proposito di inchieste su appalti e contratti del Comune di Formia.
Ma Piccolino si era occupato anche del dibattito sulle sale slot e i beni confiscati a dimostrazione che era un “personaggio” a tutto tondo, probabilmente lontano, diverso, più complesso di come è stato descritto in questi giorni. La città in cui ha vissuto e operato è a sua volta una cittadina complessa, la località di elezione della famiglia di Ernesto Bardellino, fratello del fondatore dei casalesi, i cui beni sono stati confiscati ma nessuno ci vuole andare a vivere. Ed è la città dove vive e viene rispettata Katia Bidognetti, figlia di <Cicciotto mezzanotte>. Ma anche il buen retiro di Mario Cosentino, fratello del più famoso Nicola; la città dove i fratelli Ascione hanno investito negli ultimi dieci anni in negozi, terreni, case qualcosa come 30 milioni di euro, oggi oggetto di un procedimento per ottenere la misura di prevenzione; la città dove sono sbarcati nel 2005 i delegati di Mallardo, i fratelli Dell’Aquila; la città di Celeste Giuliano… e si potrebbe continuare ancora.
Se e quando arriverà la prova che Piccolino è stato ucciso da un uomo mandato dalla camorra si avrà la riprova delle preoccupazioni che negli ultimi dieci anni sono state espresse a Formia da una parte della politica militante, da alcune amministrazioni, giornalisti, associazioni civiche e di categoria. Ma se il delitto dovesse avere un’altra matrice non di meno il problema della presenza stabile di investimenti di camorra a Formia sarà superato. Comunque vada questa vicenda avrà scosso gli animi e costretto tutti a riflettere su cosa accade nel sud del Lazio.
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