Ostia sta diventando come Casal di Principe in Campania, patria e quartier generale dei Casalesi guidati da Iovine e Zagaria ma supportati, sul piano politico, dal casalese per eccellenza Nicola Cosentino, sotto-segretario alla presidenza del Consiglio nell’ultimo governo di Silvio Berlusconi. In quel litorale, a meno di trenta chilometri da piazza Venezia, ci sono imprenditori che non denunciano il racket e soldi sporchi ripuliti in attività solo in apparenza lecite e amministratori pubblici che dichiarano la propria impossibilità a governare per i forti e prevalenti condizionamenti della criminalità presente nella zona. Qui ad Ostia a fine gennaio, dopo lo scandalo di “mafia capitale” una sentenza di primo grado riconosce l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso per il capo del clan Carmine Fasciani e i suoi seguaci. E qui assistiamo alle dimissioni del “mini-sindaco” Andrea Tassone, ex presidente del X municipio eletto con il PD, perché “non ci sono le condizioni per andare avanti”. Così non stupisce che un mese dopo l’operazione tramonto della Guardia di Finanza, l’inchiesta che fa capire come i boss ripulivano i soldi illeciti incamerati reinvestendoli nel business degli stabili menti balneari. Era il 24 marzo 2014 e a presiedere il X Municipio c’era proprio Tassone che oggi si dichiara impossibilitato ad andare avanti e ad amministrare quel territorio. “La politica in questi anni si è seduta rinchiudendosi nel palazzo ” deve ammettere il senatore Stefano Esposito da poco nominato commissario dei circoli PD del X municipio. E nel frattempo i clan mafiosi hanno fatto affari d’oro inserendosi nei giri che contano. Come quello del porto turistico di Roma che ha come capo Mauro Batini.
Il presidente dello scalo marittimo non è stato finora indagato ma, grazie alle sue conversazioni telefoniche intercettate, gli investigatori hanno avuto conferma “dell’esistenza di un ambiente economico-finanziario inquietante all’interno del quale agivano appartenenti alla criminalità organizzata”. Lui dichiara a “Il Fatto quotidiano” dichiara che a Ostia e Roma è possibile lavorare senza sporcarsi le mani anche se non si sa mai”. C’è da credergli tanto che ora politici e imprenditori aspettano con grande trepidazione una nuova ondata di arresti legate alle indagini sul clan Buzzi-Carminati e sui traffici fatti anche ai danni degli