Migranti, Caritas a Salvini: “La casa del papa accoglie in tutto il mondo”

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Il vescovo di Tunisi Antoniazzi risponde al leader della Lega, secondo cui il Vaticano dovrebbe farsi carico per primo dei profughi: “Anche lui dovrebbe aprirsi all’accoglienza”. Forti: “Lui parla e critica soltanto, noi offriamo risposte concrete”

 

TUNISI – “La casa del papa sono le chiese, le diocesi e le Caritas, che accolgono già migliaia di migranti nel mondo, che lavorano al loro fianco, che li aiutano nella sofferenza. Anche Salvini dovrebbe aprirsi all’accoglienza. Io sono veneto, e la nostra è una terra che ha una grande tradizione di ospitalità. Non capisco come le sue idee possano oggi fare breccia tra tanti veneti”. Interpellato dai giornalisti, a margine del convegno MigraMed, in corso a Tunisi, monsignor Ilario Antoniazzi, arcivesco della stessa capitale, risponde così alle parole del leader della Lega Matteo Salvini, che questa mattina a Radio Padania ha criticato papa Francesco per aver chiesto perdono in nome di quanti dicono no all’accoglienza. Secondo Salvini il Vaticano dovrebbe farsi carico per primo dei profughi.

 “L’appello di oggi del Papa dimostra come per la Chiesa e i cristiani l’amore per Cristo non è solo in teoria ma si dimostra attraverso l’amore che si dà ai fratelli – aggiunge Antoniazzi – . Il Papa ha chiesto perdono per quelli che pretendono di essere cristiani solo nelle idee. Gesù invece ci dice: ero ammalato, ero straniero e mi avete accolto, l’amore verso di me passa attraverso l’amore per i miei fratelli. Tutti quindi sono chiamati a fare uno sforzo in più in questo senso – aggiunge – anche se oggi ci sentiamo impotenti davanti alla posizione di certi pariti e governi, che dovrebbero essere un punto di riferimento per queste persone disperate. Servono soluzioni, ma la soluzione non può essere cacciarli via, vanno accolti in modo degno, perché si tratta di persone e non di numeri”.

Molto duro anche il commento di Oliviero Forti, responsabile Immigrazione di Caritas Italiana. “Salvini continua a parlare e criticare senza fare proposte – afferma – invece chi non solo formula proposte ma dà anche risposte concrete sul campo sono le Caritas europee che, dalla Svezia fino a Cipro, da anni si fanno carico dell’accoglienza. A noi la distinzione tra rifugiato e migrante non interessa. A noi interessano le persone”. (ec)

Da redattoresociale
 


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