Cinque paesi europei a confronto nel workshop sull’hate speech rivolto a giornalisti e blogger
Con l’ampio uso che le testate e i blog fanno dei social media e i personaggi pubblici pronti a ricorrere a discorsi d’incitamento all’odio per avere l’attenzione e il favore di chi li ascolta, l’hate speech è diventato qualcosa con cui i giornalisti si trovano a fare i conti quotidianamente.
È recente, per esempio, la notizia del risarcimento di alcune migliaia di euro che l’europarlamentare leghista Mario Borghezio potrebbe versare in favore delle comunità romanès milanesi, dopo aver insultato i rom in una puntata della trasmissione “La Zanzara” su Radio24 nell’aprile 2013. In quell’occasione Borghezio aveva commentato un incontro tra i rappresentanti della popolazione romanì e il presidente della Camera Laura Boldrini definendo i rom «facce da c….» e aggiungendo che «una buona percentuale dei ladri sono rom»; l’episodio aveva portato l’europarlamentare in tribunale con l’accusa di diffamazione aggravata e discriminazione razziale (per maggiori informazioni sull’episodio leggere qui).
Se i casi d’incitamento all’odio da parte di esponenti politici in radio o in televisione sono frequenti e mettono il giornalista nella posizione di dover scegliere in che modo intervenire, ancora più facile è trovare esempi di hate speech tra i commenti alle notizie, sui social media o sui siti internet delle testate e dei blog. Il fenomeno ha raggiunto dimensioni tali da non poter essere più ignorato e negli ultimi anni le normative dei paesi europei hanno iniziato a fare passi avanti, così come le alcune testate giornalistiche hanno deciso di adeguarsi alla nuova tendenza adottando politiche interne specifiche sulla gestione dei commenti.
Per analizzare quanto fatto finora a livello legislativo in Europa e in Italia, mettere a confronto le buone prassi e riflettere sulle responsabilità delle testate giornalistiche e sulle possibili strategie per il contrasto dell’hate speech online Associazione Carta di Roma e Arci, con la collaborazione della Robert Kennedy Foundation Europe e di Lsdi (Libertà di Stampa e Diritto all’Informazione) organizzano a Firenze il seminario «Hate speech and Freedom of Expression: How to deal with in the daily editorial work».
Rivolto a giornalisti e blogger, il workshop, che avrà luogo a Firenze il 2 luglio, è realizzato nell’ambito del progetto europeo PRISM – Preventing Redressing and Inhibiting Hate Speech in New Media e vedrà a confronto cinque paesi europei: Francia, Italia, Regno Unito, Romania e Spagna.
Tra gli ospiti della sessione mattutina prenderanno la parola Frank La Rue (Robert Kennedy Foundation Europe), Elena D’Angelo (Unicri), Lorella Zanardo (scrittrice, attivista e formatrice) e i giornalisti Nadia Ferrigo (La Stampa), Ricardo Gutierrez (European Federation of Journalists), Vicent Partal (VilaWeb) e Iulia Rosu (Adevarul).
Il pomeriggio il seminario proseguirà a porte chiuse con la formazione di gruppi di lavoro nei quali giornalisti, blogger e organizzazioni avranno la possibilità di confrontarsi, con l’aiuto di Vittorio Pasteris (Lsdi), Anna Meli (Associazione Carta di Roma) e Alessia Giannoni (Cospe), per produrre idee e strategie d’azione.
Per programma completo e informazioni su sede e orari clicca qui.
La sessione mattutina è aperta a un numero limitato di partecipanti ed è riconosciuta dall’Ordine dei giornalisti come evento di formazione continua. Il workshop si terrà in lingua inglese, non è prevista traduzione.
Per iscrizioni (al fine di ottenere crediti formativi) visitare la piattaforma SIGeF.
Per accrediti scrivere a info@cartadiroma.org.