Alle volte gli oppositori ti qualificano più degli alleati. E’ quello che sta succedendo a Marino Che non piace a chi non ci piace. Cioè a Renzi, che vuole farlo fuori, benché si sia opposto alle mafie, abbia chiuso la discarica di Malagrotta a vantaggio della raccolta differenziata; vinto la lobby degli stabilimenti di Ostia, riaprendo i varchi pubblici al mare; abbia approvato il bilancio preventivo, senza il quale la precedente giunta spendevano senza vincoli. E non sia sceso a patti con Alemanno per imbarcare i figuri che il PD aveva concordato con l’ex sindaco.
Però lo stesso Renzi che vuole far cadere Marino ha dato ordine di salvare Castiglione dallo scandalo del Centro Richiedenti asilo (CARA) di Mineo (CT) e ha voluto candidare De Luca in spregio alla legge Severino. Per ribadire che lui è al di sopra delle leggi, come il suo maestro della “profonda sintonia”.
Marino ha le sue responsabilità per non aver capito prima dell’arrivo delle guardie chi fossero i ladri.
Ma ha preso provvedimenti incisivi, anche chiamando il magistrato Sabella a fare l’assessore alla legalità. E questo non piace ai vecchi politici, perché rovina ingranaggi oleati dalla consuetudine. Né ai nuovi politici, come i grillini, che vedono la carica traballante e già pregustano la vittoria nelle ipotetiche elezioni comunali anticipate, sottovalutando l’astinenza aggregante della destra e le ambizioni di Marchini.
Insomma Marino dà fastidio a chi cerca appalti amichevoli, municipalizzate per imbarcare parenti e pompare consenso o una poltrona facile. Meglio la sua passata inesperienza, che tutta questa indecenza.
Ma adesso deve essere incisivo e determinato. Perché l’abbiamo votato noi cittadini proprio per la sua estraneità dalla vecchia politica e solo a noi cittadini deve rispondere. Ripulendo il Comune dalle callose croste del malaffare. E gestendo Roma con legalità ed efficienza.
Iscriviti alla Newsletter di Articolo21