Le elezioni regionali del 31 maggio e del 1 giugno in Sicilia hanno determinato il successo di Matteo Salvini leader della Lega Nord . E hanno segnato il declino di Silvio Berlusconi. La Lega Nord, che era già dominante in tutto il Veneto, ha guadagnato consensi ulteriori con la leadership di Matteo Salvini di fronte ai Cinque Stelle che hanno perduto due milioni di voti rispetto alle elezioni europee e 4 rispetto alle elezioni politiche del 2013. Del resto anche i democratici hanno perduto oltre due milioni nelle ultime elezioni. Se consideriamo le sette Regioni al voto, la Lega è salita del 2,9% e li ha aumentati del 50% rispetto alle elezioni europee di un anno fa, E tutto ciò, diventa, il 18% della Campania dove non era presente.
La verità è che il nuovo leader della Lega è riuscito a portare dietro di sé un numero assai alto di seguaci che lo hanno condotto a un simile risultato. Del resto, il successo di Vincenzo De Luca ha potuto arrivare alla conclusione grazie alle condizioni della vita politica campana e della situazione tragica della regione dai tempi dell’unificazione nazionale. La verità è che in Campania non si è voltata pagina con l’accordo fatto all’ultimo momento con l’Udc di Ciriaco de Mita. E non c’è dubbio che il nuovo presidente della Campania dovrà ancora superare il vaglio della legge Severino prima di poter essere sicuro di esercitare la propria carica di fronte alla sicurezza dell’albergo che è intervenuta abbastanza presto.
Insomma la situazione delle elezioni regionali hanno consegnato le regioni a forze che spesso non hanno nulla a che fare né con la costituzione repubblicana nè con le leggi fondamentali dello Stato e che piuttosto si riferiscono alla crisi che si è determinata nel Bel Paese a un certo punto del governo solipsistico guidato dall’ex sindaco fiorentino. Il declino berlusconiano ha determinato nel centro-destra l’ascesa leaderistica di Matteo Salvini, dopo che Berlusconi medesimo aveva eliminato la scomoda presenza di Gianfranco Fini che, in altri tempi, si era ribellato all’uomo di Arcore ed ora apre la strada a una gara interna per sostituire il vecchio patron di Forza Italia e gareggiare contro il giovane leader del centro-sinistra. E’ difficile prevedere come si svilupperà la gara e quali ne saranno gli esiti ma non c’è dubbio sul fatto che si tratterà di un’aspra competizione e che il suo esito sarà importante per gli sviluppi futuri della crisi italiana.