Le pressioni su Marino e Mafia Capitale

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Non c’era solo Buzzi ma anche Francesco Ferrara, arrestato il 4 giugno scorso, ras delle cooperative vicine a Cl e al Vaticano che dominavano il settore dell’emergenza  sociale con la coop rossa, era presente alla scena di finanziamento elettorale per Matteo Renzi. La lista non è mai stata pubblicata dal partito democratico e più si va avanti e meglio si comprende perché. Luca Odevaine, vicecapo di gabinetto ai tempi del sindaco Veltroni, sarebbe riuscito a fare pressioni anche sul sindaco per evitare la chiusura di un centro immigrati di via forte Boccea.

Il centro oggi è gestito da CL, ma è sorto nell’ambito dell’Arciconfraternita del Santissimo Sacramento del Vicariato di Roma  negli anni Novanta per opera di due giovani stimati da don Pietro Sigurani; Francesco Ferrara e Tiziano Zuccalo.  Insomma Odevaine avrebbe fatto cambiare idea al sindaco di Roma e il centro non sarebbe stato chiuso. C’è una intercettazione telefonica dell’8 luglio 2014. E da altre intercettazioni telefoniche emergono con chiarezza come altre persone che lavoravano per il comune durante il periodo di Marino sindaco sentivano l’autorità che Odevaine mostrava di avere nella gestione delle attività legate al Comune.   Un’altra tappa insomma della lunga vicenda di mafia capitale che mostra come il presidente del Consiglio ma anche il sindaco della città siano stati al corrente di quello che per mesi, e forse si può dire per anni, è successo nella capitale e ha provocato le conseguenze giudiziarie che si sono verificate  e si stanno verificando fino a lambire non soltanto ambienti dell’amministra zione capitale ma anche del governo repubblicano come è apparso anche dal caso del sottosegretario Castiglione appena salvato oggi dal tentativo di un’autorizzazione a procedere o da altri che è prevedibile possano verificarsi nelle prossime settimane.


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