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Le Comunali completano il disastro

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Se le Regionali sono andate male, o comunque nettamente al di sotto delle aspettative, le Comunali per Renzi e per il PD si profilano come un autentico disastro.

Di Roberto Bertoni

 

A parte Casson (che comunque sarà costretto al ballottaggio con Luigi Brugnaro del centrodestra), che tutto è fuorché renziano, candidatosi a Venezia proprio per fuggire da un Senato nel quale era costretto ormai a subire solo insulti e umiliazioni, in tutto il resto d’Italia i democratici vanno incontro ad amarissime delusioni.

La maggior parte dei comuni andrà al ballottaggio, pertanto ne riparleremo fra due settimane, ma sin d’ora si possono tracciare alcune considerazioni tutt’altro che lusinghiere per il futuro Partito della Nazione.

Innanzitutto, in Sicilia, Mirello Crisafulli non sfonda a Enna, e va al ballottaggio, mentre Lillo Firetto conquista Agrigento con una coalizione che rispecchia quella che a Roma sostiene Renzi. I grillini sono a un passo da Gela, la città di Crocetta, dove sono in testa e al ballottaggio affronteranno il Pd Fasulo, e Augusta, dove al ballottaggio troveranno liste civiche, col Pd che resta al palo, terzo. Nel grande comune di Marsala, il ballottaggio è affare di un più tradizionale centrosinistra (col 49,67%) e centrodestra (col 35,02%). Salvini resta al di là dello Stretto: la Lega non riesce a intercettare il voto di protesta e ottiene risultati poco significativi. Eccoli i primi, parziali, verdetti delle Amministrative in Sicilia: premiano i grandi partiti e aprono nuovi scenari alla Regione.

E non va meglio a Rovigo, dove la candidata democratica Nadia Romeo è solo lievemente in vantaggio rispetto al candidato di Lega e Forza Italia, Massimo Bergamin, e al tosiano Paolo Avezzù.

A Lecco, rispettato il vecchio schema bipolare con il ballottaggio fra l’uscente Virginio Brivo (centrosinistra) al 39,21 per cento e lo sfidante Alberto Negrini del centrodestra (col 26,53 per cento).

A Mantova, invece, a Mattia Palazzi del centrosinistra non basta il 46,21 per cento per avere la meglio su Paola Bulbarelli (26,51) del centrodestra.

Allo stesso modo, a Fermo, Pasquale Antonio Zaccheo del centrosinistra si ferma al 27,39 per cento, contro il 22,01 di Giambattista Catalini, candidato del centrodestra, e del civico Paolo Calcinaro (19,74).

Netto ma non sufficiente anche il vantaggio (40,50) del candidato del centrosinistra, Paolo Caracini, a Macerata, contrapposto a Deborah Pantana del centrodestra (17,70), al civico Maurizio Mosca (13,46) e alla grillina Carla Messi (12,08).

Rischioso il ballottaggio a Chieti, dove il candidato del centrodestra Umberto Di Primio, sindaco uscente, parte in vantaggio con il 37 per cento, contro il 30,27 dello sfidante del centrosinistra, Luigi Febo.

E nemmeno ad Arezzo, patria della Boschi, il renziano Mattia Bracciali riesce a scongiurare il ballottaggio: il suo 45,16 per cento dovrà vedersela fra due settimane con il 35,05 del candidato del centrodestra, Alessandro Ghinelli.

Ad Andria, invece, nessun ballottaggio: Nicola Giorgino del centrodestra è in testa col 53,68 per cento, contro il 22,10 del candidato del centrosinistra, Sabino Fortunato, tallonato da Michele Coratella (21,83) del Movimento 5 Stelle.

Più incerta la situazione a Trani, dove l’esito della sfida fra Amedeo Bottaro del centrosinistra ed Emanuele Tomasicchio del centrodestra, è stata vinta dal primo col 47,48% dei voti. Ma a Trani la sorpresa è che al fotofinish va al ballottaggio Antonio Florio, il candidato sindaco di tre liste civiche di area cattolico-popolare, con appena il 14,56%. La distanza tra Bottaro e Florio è di diecimila voti. Dovrebbe farcela tranquillamente al ballottaggio.

Vittoria al primo turno per Elio Costa, candidato del centrodestra (50,80 per cento) su Antonio Maria Lo Schiavo (37,26) del centrosinistra in quel di Vibo Valentia, mentre in Sardegna Nuoro andrà al ballottaggio (Alessandro Bianchi del centrosinistra è al 29,94 per cento, lo sfidante Andrea Soddu del centrodestra al 21,45), a differenza di Sanluri e Tempio Pausania che conoscono già da stasera i rispettivi sindaci: Alberto Urpi a Sanluri, con la civica Progetto Sanluri e il 47,20 per cento dei voti, e Andrea Mario Biancareddu a Tempio Pausania, con la civica Tempio Rinasce e il 52,07 per cento dei voti.

Altro che il 40,8 per cento di un anno fa alle Europee: per Renzi (che, complessivamente, è andato peggio della tanto vituperata “Ditta” bersaniana) si profila una battuta d’arresto piuttosto preoccupante, con comuni e regioni che potrebbero segnare l’inizio di un lento e inesorabile declino.

Da jobsnews.it


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