“I dubbi e le perplessità suscitate dalle norme del Jobs Act relative alle modalità di controllo dei lavoratori dipendenti meritano sicuramente ulteriori precisazioni da parte del governo e del Parlamento per evitare che vi siano violazioni della privacy”. Lo scrive in una nota il segretario generale Fnsi Raffaele Lo Russo. “Si tratta di una necessità ancora più avvertita nella regolamentazione del rapporto di lavoro giornalistico perché investe il tema delicato del segreto professionale, al quale il giornalista è tenuto per obbligo di legge.
Va tuttavia precisato che il contratto nazionale di lavoro giornalistico riafferma il principio dell’inviolabilità della sfera soggettivo-professionale del giornalista “in presenza di supporti tecnici potenzialmente idonei ad incidere su di essa”. Da ciò discende l’inviolabilità degli strumenti tecnologici utilizzati dal giornalista per rendere la sua prestazione lavorativa.
È pertanto auspicabile che il Parlamento, nell’esprimere il suo parere, e il governo, nell’emanare il testo definitivo del decreto legislativo, tengano presenti tali norme sancite in sede contrattuale dalle rappresentanze di editori e giornalisti, in considerazione della specificità del lavoro giornalistico e a tutela del segreto e dell’autonomia professionale, presupposti di un’informazione libera e autorevole nell’interesse dei cittadini”.