“Da più parti e con motivazioni fondate sono stati avanzati dubbi e perplessità sulle norme del jobs act relative alle modalità di controllo dei dipendenti; queste norme e sopratutto le loro applicazioni potrebbero dar luogo a violazioni della privacy e a indebite intrusioni nella vita privata dei singoli. Tale rischio diventa ancora più pericoloso se applicato al mestiere del cronista che ha la necessità di tutelare in modo integrale le fonti e di non essere sottoposto a forma alcuna di interferenza. Per queste ragioni sarà il caso di precisare le norme da definire, il campo e le modalità di applicazione e aprire un confronto con le organizzazioni degli editori e dei giornalisti”. Lo scrivono in una nota Stefano Corradino e Giuseppe Giulietti, direttore e portavoce di Articolo21.