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Jobs act: Art.21, garante privacy chiarisca sui controlli

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“C’e’ stata qualche timida frenata sugli effetti dell’articolo 23 del decreto sulle Semplificazioni, attuativo del Jobs Act. In merito al controllo a distanza dei lavoratori attraverso tablet, cellulari, smartphone. In verita’, nessuno ha detto, a cominciare dal ministro Petti, che la norma proposta sara’ ritirata. Per prudenza e buon gusto”. Lo dichiarano Giuseppe Giulietti e Vincenzo Vita, di Articolo 21.    “Non hanno certamente esagerato nelle critiche coloro che – continuano Giulietti e Vita – come la Cgil, hanno parlato di Grande Fratello. E, purtroppo, c’e’ poco da ridere o da buttarla in goliardia, come ha fatto qualche dirigente del Pd. Il tema della privacy ha a che vedere innanzitutto con i diritti delle persone previsti dalla Costituzione”.

“Del resto – aggiungono Vita e Giulietti – esistono gia’ tante disposizioni a tutela della sicurezza pubblica o dell’ordine. Se li’ stesse il problema. Ma non e’ questo il punto. Ancora una volta si introduce una grida, utile sicuramente come deterrente: censure, autocensure, delazioni. Altro che sminuire, allora. Si ritiri l’articolo. Si tolga dal terreno un ulteriore ostacolo a esercitare la propria liberta’. Se la norma fosse applicata alle redazioni, poi, i vari editti bulgari sarebbero al confronto cose da niente”.    “Ci attendiamo che martedi’ prossimo il Garante per la privacy Antonello Soro voglia chiarire la questione nel corso della relazione annuale al Parlamento”, concludono.


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