L’ipotesi della Commissione Europea sulla ridistribuzione delle quote dei 40.000 migranti siriani e eritrei, richiedenti protezione internazionale arrivati in Grecia e nel nostro paese, non trova la solidarietà degli altri governi. Il parlamento Estone ha infatti bocciato il piano di Bruxelles, e la gendarmeria francese ha bloccato, a trent’anni dal Trattato di Schengen, il passo a uomini, donne e bambini senza documenti o permesso di soggiorno giunti a Ventimiglia per oltrepassare la frontiera, ad assisterli in queste ore il personale della Croce Rossa.
L’atteggiamento dei governi sta inoltre spingendo, secondo alcune fonti, l’Europa verso una scelta di ricollocamento dei migranti su base volontaria e non più obbligatoria, come inizialmente si era previsto.
In Italia, intanto, la situazione dei rifugiati e dei richiedenti asilo nelle stazioni di Milano e Roma si rivela sempre più disperata.
Camminare attraverso l’ingiustizia di chi soffre, ti racconta che l’unica peste reale che esiste in questi luoghi non abita nella malaria o nella scabbia ma nell’indifferenza di chi spera di rendere presto questi innocenti degli invisibili.
Una peste che non perdona, che divora ogni ragione di vivere e di amare, che oscura i poveri e i vinti, che rende impossibile ogni rinascita.
Una peste che calpesta qualsiasi logica e l’intera umanità, che passa al di sopra di ogni dolore e che si afferma l’unico bacillo da combattere senza alcun cedimento o compromesso.
Iscriviti alla Newsletter di Articolo21