Signor Presidente,
fra le iniziative che l’Italia si accinge ad assumere a Bruxelles in materia di movimenti migratori. Le suggerisco di avanzare la proposta di inserire nelle legislazioni nazionali e nella normativa comunitaria il reato di “induzione all’emigrazione verso i paesi dell’Unione Europea”, da punire con adeguate sanzioni personali e patrimoniali.
Si è parlato di colpire gli scafisti, ma i principali responsabili dell’emergenza che si è determinata sono coloro che hanno colpevolmente causato la grande fuga. Responsabili del reato saranno i governanti o titolari di pubblici poteri e i gestori di organizzazioni pubbliche o private che abbiano indotto i loro concittadini a lasciare il paese di origine per sottrarsi a gravi iatture.
L’infrazione si configurerà quando siano stati sistematicamente violati i diritti civili previsti dalle convenzioni internazionali, ovvero quando sia mancato un adeguato impegno diretto a migliorare le condizioni economiche e sociali delle popolazioni, specie se queste siano state destinatarie di aiuti internazionali (finiti in tasca ai profittatori). Non vi sono problemi di rispetto della sovranità dei paesi di origine degli emigranti. Infatti la punizione sarebbe inflitta alle persone che si siano rese responsabili di un fenomeno suscettibile di creare gravi disagi nei paesi dell’Unione Europea.
E’ necessario che certi governanti sappiano che pagheranno le loro malefatte con le loro persone e con i loro beni. L’istituzione di questo apparato normativo sanzionatorio dovrebbe essere accompagnata dalla costituzione di un corpo di polizia con l’incarico di eseguire anche all’estero i mandati di arresto. C’è già un Tribunale Penale Internazionale che peraltro sembra non estenda la sua competenza al fenomeno dell’induzione all’emigrazione.
La strada è quindi tracciata ed è la stessa della Corte che funzionò egregiamente a Norimberga nei confronti dei criminali nazisti. Non è superfluo ricordare l’emigrazione che furono indotti a tentare gli ebrei cittadini del Terzo Reich. Di fronte a questa ondata di emigrazioni forzate sarebbe stata necessaria una reazione immediata, che invece non vi fu, anche per la mancanza di adeguati strumenti.
Ovviamente il ricorso a misure sanzionatrici non è sufficiente a risolvere il problema. Ma iniziative di questo tipo aiuterebbero anche ad assolvere più serenamente al dovere dell’accoglienza.