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Ilaria Alpi, Hassan in libertà: chi sono gli assassini?

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Dopo 16 anni di carcere Hashi Omar Hassan, condannato a 26 anni di pena per l’assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, è stato rimesso in libertà per buona condotta ed ora dedicherà i prossimi tre di vita ad attività di utilità sociale. Contrariamente a tante altre vicende analoghe, le famiglie delle vittime non solo non hanno gridato allo scandalo, ma hanno operato per arrivare alla liberazione.

Lo hanno fatto perché, da sempre, non hanno mai creduto alla colpevolezza e lo hanno considerato il capro espiatorio scelto dai mandanti di quella esecuzione. Luciana Alpi lo ha ripetuto, quasi urlato in tutte le occasioni possibili, sin dal giorno della condanna. Hassan, dopo essere stato assolto in primo grado, fu condannato sulla base della decisiva testimonianza di Abdi Rage, detto Gelle, un testimone comparso dal nulla, bisognoso di un visto per l’Italia e di denaro. Subito dopo la testimonianza Gelle è sparito, per ricomparire di tanto in tanto, sino a quando ha cominciato a ritrattare.

L’ultima volta lo ha fatto, nello scorso febbraio, ai microfoni di Maria Chiara Cazzaniga, inviata della trasmissione Chi l’ha visto condotto da Federica Sciarelli, amica e collega di Ilaria Alpi. Quelle dichiarazioni hanno riaperto l’attenzione della Procura di Roma. Gelle, se non sparirà o non sarà fatto sparire, dovrà essere riascoltato. Gli avvocati di Hassan hanno chiesto la riapertura del processo.

Spetta a tutti noi unire la nostra voce alla loro, perché Hassan ha già passato 16 anni in carcere e questo non può essere liquidato con un pacca sulle spalle e tante scuse. Bisogna chiedere verità e giustizia per Hassan, bisogna farlo per lui e per i suoi familiari, ed anche per chi continua a reclamare verità e giustizia per Ilaria e Miran. Se Hassan, come molti ritengono, è innocente, ne consegue che gli assassini ed i loro mandanti sono ancora in libertà, forse girano per l’Italia e magari continuano a fare affari con il commercio delle armi e dei rifiuti tossici nocivi..

Fonte: “Il Fatto Quotidiano”


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