Il fratello piccolo di quello grande

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Ma non scherziamo con il fuoco. Il controllo a distanza sui Pc, i tablet o i cellulari ha seri profili di incostituzionalità. Sono in gioco diritti fondamentali delle persone e, per di più, è assai opinabile che un colpo di mano del genere possa essere attaccato alla fragilità di una delega. Infatti, stiamo parlando dell’articolo 23 del decreto sulle Semplificazioni, attuativo del Jobs Act.

Il controllo a distanza è un’evidente violazione della privacy, perché mette a disposizione delle direzioni aziendali un complesso di dati del tutto ultronei rispetto ad eventuali problemi di sicurezza. Anzi, chiariamo. Se stiamo parlando di ordine pubblico, già esistono norme vigenti, nonché aspre previsioni coercitive. Se il tema è di carattere disciplinare, idem come sopra. E allora? Il sospetto legittimo è che si intenda introdurre il “terrore” come un’ideologia, meschina ma di tenore autoritario. Vale a dire: censura, autocensura, delazioni. Sorvegliare e punire, come ha detto e scritto lucidamente Foucault. Il “marchionnismo” eletto a paradigma.

Se poi si applicasse il tutto alle redazioni, gli editti bulgari diverrebbero persino veniali. Chi scrive più di argomenti “difficili” se le fonti possono essere immediatamente rese note? Per non dire del resto. Insomma, siamo di fronte ad una rottura eversiva, reazionaria, dalle conseguenze imprevedibili. Non si può rimanere fermi. Organizzazioni sindacali e istituzioni di categoria propongano una mobilitazione straordinaria. Tra l’altro, in questo modo, le relazioni contrattuali vengono relegate a materia di sofisti. È un passaggio di enorme rilievo, pratico e simbolico.


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