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Il destino della Grecia

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E’ difficile, se non impossibile, avendo occasione di scambiare opinioni con economisti e scienziati sociali che si occupano proprio di simili questioni, comprendere le previsioni possibili sulla Grecia e subito dopo quelle sull’Europa comunitaria di cui facciamo tutti parte. “L’Unione europea- ha ricordato in un articolo recente su un nostro quotidiano l’economista Loretta Napoleoni- è stata costruita sulle macerie della seconda guerra mondiale, un evento profondamente traumatico che ha messo a nudo il lato oscuro e brutale dell’umanità,la sua follia omicida. Basta citare pochi numeri per illustrare questo concetto: 6 milioni di ebrei  uccisi scientifica mente,su scala industriale,con fredda metodologia;26 milioni di russi, morti per proteggere il fronte orientale alcuni senza neppure un’arma come è successo a Stalingrado,mandati come carne da macello da Stalin a fermare l’avanzata dei tedeschi.

Le opere che oggi popolano la letteratura fantastica giovanile come Divergent  o Hunger Game non sono neppure tanto peggiori. Ora che cosa si chiede alla Grecia, osserva Napoleoni,  si chiede di rispettare la decisione dei membri della Troika non il programma elettorale del nuovo governo nello specifico: il libero arbitrio di Atene in materia tributaria non esiste.  Qualora insistesse per esercitarlo allora la punizione sarà l’uscita dall’euro. Si badi bene che qui non ci troviamo di fronte ad una nazione che prima della creazione dell’euro ha optato per non aderirvi come è successo con il Regno Unito,la Danimarca e la Svezia ma di un paese che ha rinunciato alla sovranità monetaria più di quindici anni fa.  Naturalmente nella letteratura fantastica giovanile citata all’inizio le élite al potere non sbagliano mai.

Oggi   gli errori ci sono e la dittatura europea è perfezionata. Leggendo l’editoriale di Giavazzi sul Financial Times si ha la netta sensazione che la Grecia non meriti di far parte dell’Unione europea e quindi è bene che ne esca il più presto possibile. Usando il parallelo con i libri citati all’inizio, i diecimila greci che, secondo Theodoros Gian naros, si sono suicidati negli ultimi anni, incluso suo figlio dopo aver perso il lavoro, sono la prova che la Grecia è debole ed è bene che se ne vada. Ma, conclude l’economista italiana ed io sono d’accordo con lei, i deboli non hanno più nulla da perdere e se si organizzano possono cambiare il corso della storia. In questo senso e guardando ai recenti risultati in Spagna dove Podemos ha conquistato,sul piano elettorale,  le  città di Madrid e Barcellona,non c’è da esser sicuri dell’effetto benefico dell’uscita della Grecia dall’Europa sia per Bruxelles che per la moneta unica.


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