Nel suo ultimo giorno da sindaco, Giacinto Mariani, l’uomo di Matteo Salvini in Brianza, minaccia di morte i giornalisti di Infonodo.org, un blog locale di inchieste. Lunedì sera Mariani, a fine mandato come sindaco di Seregno e fresco di rielezione per la Lega, riceve i sostenitori in una sala del Comune. E fa gli auguri al suo successore e alleato, Edoardo Mazza, Forza Italia, appena uscito vincitore dal ballottaggio di domenica contro il candidato del Pd. È presente anche Fabrizio Sala, assessore regionale a Expo 2015.
Poco dopo Mariani, abbracciato al nuovo sindaco, parla davanti alla telecamera di un’emittente locale: «Spero che il sito anonimo che è andato via questa sera muoia perché se lo merita», dice riferendosi a Infonodo e al collaboratore Michele Costa, che si era appena allontanato. Risuonano applausi e grida: «Bravo». «La città di Seregno ha dimostrato che non ha bisogno di falsità, di cattiverie, di atti anonimi… Basta con le cattiverie, spero che le opposizioni la smettano di rifarsi a siti anonimi gestiti da animali, da banditi, da ladri e da schifosi».
Ancora applausi e grida dei leghisti e degli elettori del centrodestra presenti: «Bravo». «Perché queste persone devono morire», insiste Giacinto Mariani: «Queste persone non sono degne di essere chiamate persone». La Brianza che l’ha votato, in sottofondo, è in delirio: «Giacinto, Giacinto, Giacinto…».
Anche Edoardo Mazza, il sindaco appena eletto, sempre accanto a Mariani, lo guarda, sorride e applaude. Dicono già che Mariani sarà il suo fido vicesindaco, o forse addirittura il sindaco ombra. I due, pur appartenendo a Lega e a Forza Italia, hanno più volte dimostrato sintonia. Nel 2014, durante la campagna per le europee, Giacinto Mariani, sindaco leghista di Seregno e candidato (ma non sarà eletto), gira il suo spot elettorale nel bar-panetteria di Antonino Tripodi, in piazza Vittorio Veneto 5, a pochi passi dal municipio.
Chi è Tripodi? È il nipote, attraverso la moglie, del boss della ‘ndrangheta in Brianza, Candeloro Pio. Si legge di lui negli atti dell’operazione “Infinito”: «Oltre che legato da vincoli di parentela con appartenenti alla cosca, mantiene i contatti con numerosi associati», scrivono i carabinieri del Ros, anche se poi verrà assolto dall’accusa di appartenere alla ‘ndrangheta. Dallo stesso bar-panetteria, poche settimane fa passa perfino la campagna elettorale del nuovo sindaco, Edoardo Mazza: si fa fotografare seduto ai tavolini con il vicepresidente della Regione Lombardia, Mario Mantovani (che dirà poi di non sapere nulla sulla proprietà del locale). Insomma, Seregno è piena di bar e panetterie. Perché insistere con i Tripodi? «È una famiglia di Seregno come tutte le altre», risponderà Mariani dopo lo spot.
Nel 2013 il sindaco uscente si era trovato contro quasi tutto il gruppo leghista, che si era dimesso in blocco dal consiglio comunale. Ma Matteo Salvini, allora responsabile per la Lombardia, sconfessò il partito locale che chiedeva trasparenza. E sostituì i dimissionari con i non eletti. L’addio in blocco era stato deciso dopo la pubblicazione di un’inchiesta de “l’Espresso” : quando un socio del sindaco Mariani, Mario Barzaghi, allora vicepresidente della potente filiale di Confindustria in provincia di Monza, aveva sequestrato e minacciato di morte chi scrive, durante un’intervista. Barzaghi non aveva gradito le domande sui suoi affari con il sindaco, un ufficiale dei carabinieri e una testa di legno del clan dei casalesi al Nord. Per quell’episodio, l’ex vicepresidente di Confindustria e la figlia sono stati citati in giudizio dalla Procura di Monza per il reato di violenza privata. Reato commesso, secondo il pubblico ministero Donata Costa, «in concorso tra loro, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, con violenza e minaccia».
Adesso ancora minacce di morte. Contro i giornalisti che non hanno mai smesso di scrivere. Lanciate pubblicamente dai due amministratori più importanti della provincia, uno parla, l’altro applaude, che promettono di guidare il centrodestra nei prossimi cinque anni. Minacce da gangster. Tra le ovazioni del pubblico. Anche la Brianza, ormai, è una terra di paura.
* Per gentile concessione dell’autore. L’articolo è stato pubblicato su L’Espresso