A processo i due autori di un volantino che rivolgeva false accuse a Cristina Puglisi e a ex dirigente di polizia
Il Tribunale di Enna ha ammesso il 19 giugno 2015 la costituzione di parte civile dell’Ordine dei Giornalisti della Sicilia e della sezione provinciale dell’Associazione della Stampa Enna al processo contro i cosiddetti “corvi” di Nicosia: i due presunti autori di un volantino diffamatorio lasciato il 12 febbraio 2013 dietro le saracinesche dei negozi, per insultare pesantemente la giornalista Cristina Puglisi e l’ex dirigente del commissariato di Nicosia Daniele Manganaro.
La costituzione di parte civile dell’Ordine e del sindacato, rappresentati dall’avvocato Salvatore Timpanaro (il legale che assiste anche la Puglisi), sono state accolte dal giudice monocratico Andrea Agate.
Il volantino apostrofava la giornalista con volgari epiteti e la accusava di pubblicare acriticamente l’esito delle operazioni della polizia; il commissario Manganaro era invece accusato di essere troppo duro nellla lotta contro lo spaccio di droga nel paese nisseno.
“A suo tempo – dichiara il segretario regionale dell’Assostampa Alberto Cicero –, abbiamo espresso concretamente solidarietà a Cristina Puglisi, partecipando alla manifestazione pubblica per la libertà di stampa, organizzata a Nicosia dalla sezione provinciale di Enna, dopo la diffusione del volantino. Oggi la nostra sezione provinciale è presente al processo. Non consentiremo a nessuno di insultare impunemente un giornalista”.
Dal canto suo, l’avvocato Timpanaro, a cui è stata conferita delega dal segretario provinciale Josè Trovato, afferma: “Non può essere sottaciuta la portata offensiva di questo volantino, che si ripercuote non solo sull’onore e sul decoro della dottoressa Puglisi, ma anche sulla reputazione dell’intera schiera di giornalisti che quotidianamente svolgono il loro lavoro con estrema professionalità”.
All’indomani dell’udienza, il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Riccardo Arena, ha ribadito l’impegno a difesa dei cronisti: “Siamo – ha detto – al fianco di tutti i colleghi che fanno coraggiosamente il loro dovere, specie nelle periferie, in cui tutto si complica, la prima linea è più vicina, le persone ostili sono più rumorose. La nostra presenza nel processo testimonia che Cristina non è sola”.
Sulla vicenda Ossigeno ha già scritto un articolo.
PC