Coalizione sociale, dignità costituzionale

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L’unione fa la forza. Forse niente spiega meglio di questo impolverato detto la natura della Coalizione sociale. Unione di energie, che nasce dalla condivisione della sofferenza provocata dalla frammentazione delle risposte ai tanti bisogni ignorati dalla politica.

Con la due giorni della Coalizione sociale si inaugura una nuova iniziativa politica di chi non è rappresentato. Dopo aver chiesto invano ascolto e soluzioni ai partiti – soprattutto il PD – per risolvere i tanti problemi degli ultimi, si è cambiato atteggiamento, passando all’ “auto-rappresentanza”.
Cioè non più richieste a chi sta in alto, ma iniziative dal basso  mettendo insieme chi opera sui territori.
Mutualismo, class action, referendum, progetti di alfabetizzazione costituzionale, contrasto della corruzione, impegno per una scuola pubblica di qualità, perché le diseguaglianze formative, si traducono in diseguaglianze sociali:  saranno questi gli strumenti di lotta di associazioni, sindacati e singoli cittadini che – di volta in volta, di luogo in luogo – si coalizzeranno per sfondare il muro di indifferenza dei politici verso i problemi reali dei dimenticati. Con un’unica parola d’ordine: riconquistare la dignità costituzionale che spetta ad ogni cittadino.
Ovvero riconnettere bisogni e diritti, impegnando chi ha di più per sollevare chi ha di meno. Correggendo Renzi, che scambia per assistenzialismo “gli inderogabili  doveri di solidarietà politica, economica e sociale” (art. 2 Costituzione). “Renzi parla di assistenzialismo per il reddito di dignità – denuncia un giovane laureato mentre usciamo alla fine della due giorni – ma l’assistenzialismo lo ha fatto lui alle imprese regalando 8 mila euro all’anno per tre anni solo per “jobbattare” i precari”.
I partiti sono avvertiti: nasce la lobby dei solidali attivi. Nasce la Coalizione sociale.

 


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