Renzi si vendica con il mondo della scuola, che gli ha fatto mancare i voti alle amministrative, come se tutto si riducesse ad una questione elettorale e non riguardasse invece il settore più strategico del Paese. L’uomo del 40% – fortemente ridimensionato da astensionismo critico e abbandono da sinistra del PD – cade nel fallo di reazione, istintivo quanto inutile. Perché non può più dire abbiamo i numeri, andiamo avanti lo stesso. Deve fermarsi, ragionare e fare quello che si è sempre rifiutato di fare: mediare.
Proverà a ridurre le concessioni riesumando una Loepolda della scuola, come ai bei tempi.
Caricherà la Boschi a molla, affinché annuisca per tutto il tempo, per poi rilasciare la solita dichiarazione jolly: incontro interessante, valuteremo, ma gli italiani ci chiedono di andare avanti.
Intanto bastona Marino, per scaricare un po’ di stress e va da Vespa per farsi lucidare l’ego.
Mentre intuisce che l’Italicum appena approvato con volitiva determinazione potrebbe diventare un sistema elettorale scorsoio per un PD stretto tra grillini imberbi, leghisti verdi e opportunisti Verdini.
La bolla del renzismo si avvicina all’ago della delusione.
Iscriviti alla Newsletter di Articolo21