Non sono residente a Venezia e, dunque, non potrò partecipare al ballottaggio per scegliere il futuro sindaco della città. Nel merito condivido le considerazioni svolte da Furio Colombo e da Marco Travaglio. Alle loro parole vorrei solo aggiungere alcune riflessioni condivise da tutta l’associazione Articolo 21 che, negli anni, ha più volte incontrato Felice Casson. Riflessioni di donne e uomini che hanno percorsi politici diversi, unite solo dalla comune condivisione dei valori racchiusi nella Costituzione.
Insieme lo ricordiamo impegnato a cercare la verità sulla strage di Peteano, oscurata da tradimenti e depistaggi. Insieme lo ricordiamo a ricostruire le trame golpiste della struttura Gladio e, per questo, minacciato dal “Gladiatore” Cossiga.
Come dimenticare le battaglie per la salvaguardia dell’ambientee le invettive scagliate contro di lui dai boss dell’inquinamento di Marghera e della laguna?
Fu sempre lui a mettere il naso nei fumi e nei fanghi tossici di Marghera, quelli che prendevano gola e polmoni e portavano alla morte operai, tecnici e gli abitanti delle zone vicine. In altrettante occasioni si trovò a fronteggiare le Tangentopoli veneziane, non pochi dei lestofanti di allora, hanno rimesso le mani sulla città e sugli appalti del Mose, costoro lo odiavano e lo odiano ancora.
Lo ricordiamo infine come un senatore impegnato a contrastare ogni legge bavaglio e difendere la Costituzione da ogni tentativo di stravolgimento, anche da quelli venuti dalla sua parte politica, perché Casson ha saputo dire anche dei No e, di questi tempi, è davvero una virtù civica rara. Per quanto ci riguarda, comunque vada, continueremo a considerare Casson un prezioso amico e compagno di ogni battaglia contro il malaffare e per la tutela delle libertà e dei diritti civili.