“Chiediamo perdono per coloro che chiudono le porte davanti ai rifugiati“. Sono parole di Papa Francesco che, ovviamente, sono state accolte dagli schiamazzi dei Salvini di turno e dalla parte più estrema della destra. Cosa altro avrebbe mai potuto dire non questo Papa, ma un Papa? Poteva forse rivolgere un invito ad impegnare le armi e sparare sui barconi? Poteva chiedere di affogarli in mare o di negare pane e acqua ai bambini?
Dal momento che le parole di Francesco, in questo caso, si muovono nel solco della tradizione, in questi schiamazzi c’è dell’altro. A disturbare i molestatori, e non solo in Italia, è l’imminente pubblicazione della enciclica ‘Laudato sii’, un testo che affronterà i temi relativi allo sfruttamento dell’ambiente e della dignità umana, agli egoismi e ai razzismi dominanti, alla esclusione sociale, alle diseguaglianze crescenti. Sarà un enciclica che metterà in discussione il modello di sviluppo, le modalità della distribuzione delle risorse, un capitalismo che ha perso ogni dimensione etica.
Naturalmente ci saranno parti e riflessioni che ciascuno di noi potrà ritenere più o meno condivisibili, ma un conto è la libera discussione, altro l’aggressione preventiva che alcuni circoli internazionali e nazionali hanno già scatenato contro Francesco.
Questo Papa disturba perché osa contrastare il pensiero unico omologante, perché denuncia il ruolo dei poteri finanziari, punta il dito contro la produzione ed il traffico delle armi, predica il dialogo, si oppone duramente alle guerre di civiltà ed ad ogni forma di razzismo. In questa enciclica questi fenomeni sono indicati come i nuovi, gravi peccati sociali; fattori di “scristianizzazione dei comportamenti e di ateismo realizzato”, per usare le espressioni che un tempo la Chiesa utilizzava per bollare l’ateismo di stato e il regime comunista.
Quel nemico oggi non c’è quasi più, e Francesco individua nellamercificazione, nelle guerre, nella cancellazione delle speranze di vita per milioni di individui, il principale nemico della cristianità e del tempo presente. Non occorre essere ‘papisti’ per riconoscere che il suo è un progetto di pensiero e di azione non banale, profondo, capace di suscitare speranze anche tra i non credenti e di dare forza a chi, nel mondo, contrasta le ingiustizie e non si rassegna allo ‘spirito dei tempi’.
I suoi nemici faranno di tutto per fermarlo, ma, e in questo caso per fortuna, la sua non è una carica elettiva e lo Spirito Santo non è sottoposto né al giudizio dei sondaggi, né a quello dei mercati, neppure di quelli padani.