C’era una rete per agevolare la latitanza del senatore Dell’Utri per i suoi rapporti con Cosa Nostra e dell’ex parlamentare reggino Amedeo Matacena. E l’uomo di Arcore non poteva non saperlo. Questa è la tesi riportata dal quotidiano La Stampa di Torino e la procura di Reggio Calabria sta valutando di sentire come persona informata dei fatti proprio Silvio Berlusconi. L’ipotesi investigativa è quella dell’esistenza di una struttura in grado di garantire la latitanza all’estero di personaggi importanti di un certo orientamento politico. E questa è la tesi anche del gip di Reggio Olga Tarzia nella sua ordinanza di custodia cautelare contro Vincenzo Speziali, nipote di un un ex senatore del PDl che ha sposato una nipote dell’ex presidente del Libano, Amin Gemayel, capo delle Falangi cristiano-maronite. Speziali è accusato di aver favorito la latitanza di Matacena.” “Siamo di fronte a un comportamento allarmante in ragione degli evidenti elementi di analogia tra le due vicende, Dell’Utri e Matacena per la sicura esistenza dell’esistenza di una serie di rapporti e basi logistiche in grado di supportare la condizione di latitanza di soggetti, la cui notorietà, per il contesto politico di provenienza, è tale da richiedere entrature e condivisione di interessi ad alti livelli”. Non solo. In questa inchiesta è indagato l’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola, uno dei protagonisti di quel “sistema ancora non messo interamente a nudo” per dirla con il gip di Reggio Calabria che “opera nell’ombra e sostiene interessi economici e imprenditoriali illeciti, frutti di intese e cointeressenze coinvolgenti svariati settori.” Già l’inchiesta del p.m. reggino Giuseppe Lombardo era partita sul riciclaggio della potente cosca dei De Stefano. Si era imbattuta sulla Lega Nord del cassiere nazionale del movimento leghista Francesco Belsito e aveva poi incrociato l’ex ministro Scajola. A questo punto è evidente che i magistrati e le forze dell’ordine calabresi hanno deciso di non fermarsi ancora e le novità che si profilano adesso sono tali da destare una notevole preoccupazione nei palazzi che contano vicino al parlamento e a importanti partiti delle opposizioni. Sono questi gli interrogativi balzati all’attenzione dei media e delle Camere dopo le ultime acquisizioni emerse negli ultimi giorni dalle indagini calabresi.