Rom pagato per raccontare il falso in TV

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La brutta vicenda del rom pagato per raccontare il falso in tv non può essere liquidata con superficialità e tanto meno utilizzata per abbandonarsi a speculazione di parte, di partito, di azienda. Per sgomberare il campo da equivoci e strumentalizzazioni dico subito che Mediaset ha fatto bene ad assumere una posizione chiara; allo stesso modo va dato atto alla trasmissione ” Striscia la notizia” di non aver chiuso gli occhi e di aver denunciato un ” Taroccamento” che riguardava un trasmissione dello stesso gruppo editoriale.
Non tutti si sarebbero comportati in modo analogo. Ci auguriamo che, con lo stesso criterio e con la stessa determinazione, siano eventualmente colpiti coloro che hanno ideato, realizzato ed autorizzato quel servizio e quel falso.

Ci sembra difficile immaginare che il giornalista licenziato abbia ideato tutto a solo, forse si è sentito incentivato ed  autorizzato a farlo dal clima e dagli stimoli che ascoltava e riceveva. Sia come sia, sarebbe tuttavia superficiale ed ipocrita pensare di liquidare la riflessione scaricando tutto sul singolo “Colpevole”.

I provvedimenti disciplinari, se correttamente assunti e motivati, sono doverosi ed inevitabili, ma la degenerazione affonda le sue radici nella industria della paura e nella necessitá di fornire nuova carne umana da immolare davanti all’altare degli ascolti e della Egolatria, intesa come adorazione di sé, a prescindere da tutto e da tutti

Questo é il concime che ha alimentato e alimenta quei luoghi, ormai sono molti, nel pubblico e nel privato, che costruiscono scaletta, studio e collegamenti puntando in modo cinico sulla ricerca della rissa, sul prevalere delle urla sulla riflessione e sull’informazione, fabbricando il mostro di turno che, di volta,in volta, assume le sembianze dell’immigrato,del rom, del diverso, del disturbatore della quiete pubblica, come si usava dire un tempo.

Sarà una casualità ma i nuovi mostri da sbattere in prima pagina, per riprendere il titolo del film di Marco Bellocchio( e che meriterebbe di essere ritrasmesso), sono esattamente quegli ” Scarti umani delle periferie del mondo” sui quali ha richiamato l’attenzione più volte Papa Francesco. La falsificazione avvenuta nella trasmissione Mediaset aveva come protagonista un rom al quale sarebbero stati dati 20 euro per fargli recitare la parte dello zingaro ” Brutto, sporco e cattivo”e questa volta prendiamo in prestito il titolo di un film di Ettore Scola. Se L’episodio dovesse trovare piena conferma saremmo in presenza di un uso strumentale e mercificato della dignitá umana, quella persona sarebbe stata ridotta a merce da acquistare e da usare.
Siamo sicuri che quello emerso sia un caso unico ed irripetibile?
L’ideologia della paura e la fabbrica degli ascolti non hanno già prodotto altri mostri?

Le interviste a pagamento sono una eccezione o una pratica diffusa?
Quanti sono i finti  casi umani costruiti a tavolino, quante le lacrime a tariffa?
La via disciplinare al giornalismo non ci ha mai convinto e le sanzioni spettano agli organismi preposti al controllo e alla vigilanza, ma forse é giunto il momento di rompere ogni forma di consorteria corporativa e di complice omissione, aprendo una discussione pubblica e non diplomatica, redazione per redazione.

Da troppo tempo la discussione, complice la crisi del settore, ruota solo attorno ai temi contrattuali e della previdenza, ma é tornato il tempo di sollecitare una discussione sulla funzione sociale del giornalista, sul rapporto con il cittadino lettore, sull’obbligo a distinguere tra informazione, pubblicità e propaganda, sul rispetto della carta deontologica e sui valori racchiusi nell’articolo 21 della Costituzione.

Gli amici dell’Ucsi, Unione stampa cattolica, hanno promosso un Osservatorio e hanno acceso i riflettori sul rapporto tra media ed etica.La stessa tensione anima la ricerca ed il lavoro di altri gruppi dalla Carta di Roma a Liberainformazione, da Medici senza Frontiere ad Amnesty, da Emrgency alla Tavola della Pace, da Ossigeno a Giulia, per citare solo alcune delle esperienze in atto.

Perché non immaginare un incontro che metta insieme queste esperienze con gli stati generali della professione e con i comitati di redazione?Assisi e la rivista San Francesco, da sempre sensibili a queste tematiche,potrebbero ospitare questo appuntamento con l’obiettivo di andare oltre la polemica di giornata, promuovendo e sostenendo una cultura  che rimetta  l’etica ed il rispetto della dignitá, a cominciare da quella dei cosiddetti ” Scarti Umani”, al centro della professione e magari anche dei comportamenti quotidiani.

Fonte: “Rivista San Francesco”


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