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Riforma Rai, Fnsi e Usigrai in audizione al Senato: “Rilanciare il Servizio Pubblico, restituirlo ai cittadini”

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“Quando si parla di Servizio Pubblico si tocca un tema che riguarda l’intero sistema Paese e uno dei pilastri delle democrazie europee: per questo motivo abbiamo scelto di essere auditi congiuntamente Fnsi e Usigrai. Di fronte a questi temi, il sindacato delle giornaliste e dei giornalisti è unito e compatto”. Inizia così l’audizione in Senato dei rappresentanti del sindacato dei giornalisti sul tema della riforma della Rai di cui riportiamo di seguito una breve sintesi. Erano presenti Raffaele Lorusso, Santo Della Volpe, Ezio Cerasi, segretario generale, presidente e responsabile del dipartimento Emittenza nazionale della Fnsi, e Vittorio Di Trapani, segretario dell’Usigrai.

Il primo punto indicato è quello dalla necessità di spostare la discussione dal concetto di Servizio Pubblico radiotelevisivo, a quello dei Media di Servizio Pubblico, per rimarcare la trasformazione necessaria nell’era del multipiattaforma e della crossmedialità.
Altra premessa a qualsiasi approfondimento è invece una domanda diretta: quale deve essere la missione del Servizio Pubblico in Italia? “Sul tema – hanno rilevato Fnsi e Usigrai – si discute già da anni in altri Paesi, coinvolgendo innanzitutto i veri proprietari del Servizio pubblico, i cittadini. In Italia il dibattito finora è stato sostanzialmente assente”.
Poi si è affrontata la questione del controllo del potere politico nelle fonti di nomina del Servizio Pubblico e delle Authority, una delle cause – hanno evidenziato i relatori – che hanno fatto scivolare l’Italia al 73esimo posto nel mondo quanto a libertà di stampa.
A proposito dei criteri su cui basarsi per le nomine “il Ddl – hanno evidenziato i relatori – non modifica in alcun modo i requisiti per i componenti del CdA. Vanno invece resi più stringenti, indicando con chiarezza competenze, incompatibilità e conflitti di interessi. E, ovviamente, devono essere identici per tutti i componenti del CdA e devono favorire la trasparenza e la meritocrazia, introducendo un meccanismo che preveda un annuncio pubblico (anche attraverso i siti internet della Rai e del soggetto chiamato a indicare il Consigliere), che le candidature e i curricula dei candidati siano pubblici, che anche la scelta avvenga attraverso audizioni pubbliche dei candidati”.
Sempre nel merito del Ddl 1880, oggetto della discussione in commissione, Fnsi e Usigrai hanno inoltre rilevato alcune criticità anche sull’introduzione della figura dell’Amministratore Delegato e, soprattutto, sull’ipotesi di privatizzazione della Rai Servizio Pubblico, “che noi riteniamo – hanno detto Fnsi e Usigrai – pericolosa e nociva non solo per il Servizio Pubblico, ma per il pluralismo dell’informazione, e quindi per il sistema democratico, mentre la riforma può e deve invece essere l’occasione per riaffermare la necessità di affidare il Servizio Pubblico a una azienda pubblica, abrogando la previsione di vendita di quote, seppur in forma di public company”.
Un’altra, pesante, distorsione riguarda le cause per diffamazione: “Tutte le aziende editoriali private sono libere di farsi carico di eventuali condanne dei propri giornalisti. La Rai no. La Rai, in caso di sentenza passata in giudicato, è costretta nei fatti a rivalersi sul proprio giornalista. Non si tratta di difendere errori ingiustificabili, ma di tutelare il giornalista da querele spesso temerarie e da risarcimenti danni in sede civile di entità spropositata.
“Serve – è stato il passaggio successivo – che il finanziamento del Servizio Pubblico sia stabile e adeguato alla missione, indipendente dalle interferenze politiche, congruo, giustificabile, trasparente” mentre riguardo al canone “dovrebbe assumere – hanno suggerito i relatori – le caratteristiche di equità sociale”.
Infine, un tema specifico ma di particolare valore per il Servizio Pubblico, quello delle redazioni di minoranza linguistica, sul quale il testo in discussione riporta alcune inesattezze.
L’audizione di Fnsi e Usigrai si è quindi conclusa con un appello: “Oggi è finalmente possibile, dopo oltre 10 anni, superare la Legge Gasparri: si tratta di una necessità non più rinviabile, ma è altrettanto indispensabile farlo nella giusta direzione. Per rilanciare il Servizio Pubblico, rendendolo autonomo e indipendente. Dai partiti, ma anche dai governi. E restituendolo ai legittimi proprietari, i cittadini”.

Chi volesse approfondire trova qui il link alla memoria congiunta presentata in Commissione da Fnsi e Usigrai.

Da fnsi.it


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