Il Premio Marco Rossi, giunto alla sua sesta edizione, nasce da un’idea di RadioArticolo1, work-tube del lavoro, in ricordo del suo primo caporedattore prematuramente scomparso nel 2008, da sempre legato professionalmente ai temi riguardanti il variegato e complesso mondo dei lavoratori, in tutte le sue declinazioni.
Per questo il premio (patrocinato dalla FNSI) è rivolto a chi abbia ancora conservato e alimentato la stessa passione, restituita attraverso lo strumento radiofonico con servizi di informazione, documentari, approfondimenti e reportages. Nel corso di questi anni, dal suo primo vincitore Jonathan Zenti, autore di un’indagine sulle conseguenze drammatiche della più grande crisi finanziaria dell’età moderna per i lavoratori non tutelati, fino all’ultimo riconoscimento per l’opera originale di Marina Lalovic sulla creazione di nuovi mestieri, la storia di questo Premio mette insieme tante altre piccole e grandi storie, tutte essenziali per comprendere la direzione della strada percorsa sinora, e quali possano esserne le alternative possibili.
Nel passaggio dall’ultimo a questo secolo le trasformazioni che hanno riguardato l’universo-lavoro sono state tante e tali da poterle raccontare fissando punti di osservazione tra i più disparati. Ecco perché nel bando (qui allegato) si è voluta evidenziare in particolare la descrizione di un “lavoro come fatica, identità, realizzazione, dignità; il lavoro a tempo indeterminato, in nero, in affitto; il mondo del precariato e il non lavoro; il lavoro che scompare, il lavoro che si trasferisce, il lavoro che si reinventa; il lavoro di cura e assistenza nelle sue molteplici implicazioni sulla vita individuale e sociale delle donne e degli uomini”. Una descrizione che ha costituito nel corso dei suoi incontri un valido terreno di confronto per la giuria del Premio, composta da esperti di settore e presieduta dal direttore di Radio3 Rai Marino Sinibaldi, sollecitando la partecipazione di elaborazioni audio sempre più numerose e importanti per i loro contenuti, oltre che per l’accurata realizzazione tecnica.
Riavvolgendo il nastro per ascoltare alcune proposte tra le edizioni precedenti, si possono citare le ricerche storiche sugli “uomini di carbone” di Marcinelle o la dismissione dell’Ilva di Napoli, ma anche le voci dei figli degli 82 licenziati della Agrati di Torino, o il viaggio delle badanti per tornare temporaneamente alle loro famiglie, le condizioni di vita nella raccolta di pomodori del profondo Sud, la tragedia immane provocata dalle morti per amianto, il disagio e la rabbia delle generazioni escluse da concrete possibilità di formazione e crescita professionale, sino all’esplorazione di nuove formule come il Coworking, senza dimenticare le suggestioni provenienti da altri Paesi, non soltanto europei, riguardo nuovi tentativi di strategie e/o nuove forme occupazionali. Il tutto, naturalmente, riflettendo anche sul ruolo e la forza della rappresentanza sindacale ieri, oggi e domani.
Per chi si riconoscesse in tutto questo, per chi ha voglia di continuare a discutere di lavoro attraverso il preziosissimo mezzo dello strumento radiofonico, l’invito è dunque quello di partecipare a questa sesta edizione del Premio Marco Rossi, ricordando che i termini del bando sono fissati entro il 30 giugno, con annuncio dei vincitori nel corso della terza settimana di settembre, in una serata conclusiva che si terrà nella Capitale.