Il 20 maggio scorso Mario Piccolino aveva compiuto 71 anni, e sul suo blog sulla legalità freevillage.it, aveva descritto l’onda lunga e inaspettata di auguri che si era piacevolmente abbattuta su di lui.
La verità è che solo dopo pochi giorni un uomo a volto scoperto gli ha sparato un solo colpo in viso, probabilmente per rendere silente l’urlo scomodo tipico delle sue inchieste, vere e proprie battaglie contro la criminalità mafiosa presente nel territorio del sud pontino, un’esecuzione amaramente nota, il tipico copione recitato dalla malavita nel teatro della vita reale, dove il sangue è sangue, il dolore è dolore e la morte è morte.
La verità è che non era la prima volta, Mario Piccolino aveva già subito minacce e agguati e nel 2009 era stato colpito alla testa cinque volte con un cric. L’avvocato blogger era semplicemente un uomo sgradito, duro, difficile, impossibile da contenere, apparteneva a quella razza di uomini che la paura non può rendere silenti.
Il sindaco di Formia, Sandro Bartolomeo, ha ricordato l’ultima tra le crociate iniziate con Mario Piccolino per combattere la diffusione sul territorio delle tristemente note slot machine, protagoniste degli articoli del blogger sul suo sito.
Scorrendo i post di Mario Piccolino, le parole raccontano un uomo giusto, capace di raccontare l’ecatombe dei migranti a mare, il razzismo, la lotta alle mafie e la passione per la bellezza con la stessa innocente libertà: “Ci sono uomini che lottano un giorno e sono bravi, altri che lottano un anno e sono più bravi, ci sono quelli che lottano più anni e sono ancora più bravi, però ci sono quelli che lottano tutta la vita: essi sono gli indispensabili”. Bertolt Brecht ci regala la descrizione più giusta per Mario Piccolino: un Indispensabile.
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