di Roberta De Monticelli
Una volta era il popolo – come scriveva Calamandrei – a sentire lo Stato come “una oppressione estranea, come una tirannia, come un nemico che stava al di fuori e al di sopra di lui”. Oggi non è più il popolo: ma chi lo governa. E allora non si limita a subire. No: sulle leggi, ci sputa proprio. «Io sono orgoglioso. In questo Paese siamo tutti indagati, non c’è un amministratore che non abbia avuto un avviso di garanzia. Chi non ce l’ha è una chiavica». «La moralità… Enrico Berlinguer… Così moriamo, fra gli applausi, ma moriamo».
Sono parole di Vincenzo De Luca, candidato Presidente della Regione Campania, riportate da Mattia Feltri (La Stampa, Mattia Feltri, 30/11/2013). Andate a vederlo, l’ecomostro di Salerno, una delle opere che gli sono valse la condanna per abuso d’ufficio e l’accusa di peculato. La gigantesca piazza che si apprestava a realizzare sul lungomare di Salerno. Trentamila metri quadri a forma di mezzaluna, incorniciati dal Crescent, alto circa 30 metri, esteso per trecento, con una volumetria di 90mila metri cubi: la più faraonica realizzazione dell’ex-sindaco di Salerno, che lo pensava a quanto pare come il proprio mausoleo. Un serpentone di cemento con oltre 100 residenze extralusso, due torri, un parcheggio interrato, più la piazza, in parte crollata e sequestrata dalla magistratura ormai due anni fa insieme a tutto il resto.
L’immenso sacco edilizio è reso possibile da un utilizzo dello strumento delle varianti “disinvolto”. Ovvero criminale, ma probabilmente “a norma di legge”, perché oggi su tutto il territorio italiano si sconcia, si violenta, si cementifica e si svende “a norma di legge”. Noi di Italia Nostra ne sappiamo qualcosa. Ed è questo il tema di questa sconsolata riflessione. Pensateci. Il decreto “Sblocca-Italia” non fa che rendere ancora più ovvio, facile, quotidiano, impudente e beffardo questo stupro continuo.
Le parole citate sopra sono uscite dalla bocca di un ex Sindaco. Che è candidato alla Presidenza di una Regione italiana. Uno che maneggiava sottobanco con quel Nicola Cosentino, ex berlusconiano ora in carcere per aver agevolato il clan dei Casalesi. E’ un candidato ineleggibile secondo una legge dello Stato. Ma il Presidente del Consiglio va a sostenerne la campagna elettorale. Tanto anche il decreto di sospensione è competenza sua, e già pare ovvio a tutti che gli concederà il tempo per fare e vincere il ricorso al Tar, secondo lo sciagurato precedente del sindaco De Magistris.
La surreale indifferenza e il pubblico ludibrio, anzi per parlar chiaro il quotidiano sputo con gesti osceni di cui le massime autorità pubbliche onorano le leggi dello Stato è cosa talmente normale che non trova più spazio fra le notizie. Sta, come tutto nell’Italia di oggi, sui palcoscenici televisivi dell’avanspettacolo. Milioni di italiani guardano Crozza e ci ridono su, ma nessuno fa una piega. Figuriamoci il capo dello Stato, che è un personaggio di Crozza pure lui. Il futuro Presidente della Campania del resto fa un bel pendant con la volgarità violenta, proterva e come al solito auto-assolutoria di un altro ex-Presidente di Regione: quel Formigoni che urla come un pazzo insulti da postribolo e vomita rabbia in faccia a incolpevoli impiegati perché ha perso il volo. Che importa? Un ex-Presidente e uno in pectore, simboli perfetti delle Regioni, questa palestra di disciplina e onore che alimenterà di modestia e sapienza il nuovo Senato della Repubblica. Oh Caligola, che nostalgia del cavallo che facesti senatore. Come doveva essere bello e nobile con la sua criniera e le sue froge frementi.