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Le crocette antitesi del pensiero

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Tralasciamo le polemiche montate in questi giorni contro i test INVALSI e sgombriamo il campo anche dalle condivisibili critiche nei confronti del duo Renzi-Giannini e della loro riforma della scuola, denominata, con innato senso del sarcasmo, “La buona scuola”. Tralasciamo per una volta tutto questo e occupiamoci, nello specifico, di una modalità di valutazione, quella dei test a crocette, purtroppo in voga da ben prima dell’ascesa al potere dei rottamatori renziani.
Come per tante altre cose, dunque, Renzi non ha fatto altro che fotografare la situazione esistente e mantenerla invariata, modificando in senso peggiorativo i pochi aspetti ancora funzionanti e lasciando, per il resto, ogni cosa al suo posto, seguendo il classico schema doroteo basato sull’immutabilità del potere e delle sue strutture di comando.
Le crocette, dicevamo, sono la modalità di verifica e valutazione peggiore in assoluto, l’antitesi del pensiero, un insieme di inutili quiz a risposta multipla che umiliano la cultura e il sapere, oltre a minare la dignità delle persone e a dar vita a una scuola nozionistica e priva di una visione del mondo, asfittica e senza alcuna apertura alla complessa società che ci circonda.

Perché la verità è evidente e, per una volta, non riguarda solo il nostro Paese, anche se qui le degenerazioni sono maggiori che altrove: la scuola, in base ai desiderata del nuovo ceto dominante globale, costituito da oligarchie finanziarie e seguaci del liberismo selvaggio, non deve essere, com’era concepita un tempo, un ascensore sociale, il luogo principe dell’uguaglianza, il vettore per trasformare dei sudditi in cittadini e garantire le medesime possibilità a tutti, a prescindere dal censo e dalla posizione familiare; al contrario, la scuola odierna è stata concepita per annullare il pensiero e la cultura, per svilire lo spirito critico fino ad annientarlo e per irretire le coscienze e ogni forma di opposizione radicale al modello di sviluppo imperante, tanto disumano quanto ormai insopportabile per la maggior parte degli abitanti del pianeta. Una scuola che abituasse i ragazzi a lavorare insieme, a fare gruppo, a riscoprire i valori della condivisione e della solidarietà e, soprattutto, a mettere laicamente in dubbio dogmi e analisi precostituite, favorendo la circolazione delle idee e la necessaria messa in discussione di ogni teoria, al fine di rinnovare, adeguare e favorire l’evoluzione del pensiero, senza svalutarne i principi cardine ma arricchendolo alla luce della tumultuosa evoluzione sociale in corso, questo modello di scuola sarebbe pericolosissimo per i fautori del cambiamento gattopardesco, dell’immobilismo sociale, della prosecuzione lungo un filone ormai insostenibile, dell’eliminazione dell’uomo dal centro del processo di sviluppo.
Una scuola che nega, annulla, ostacola e contrasta la formazione del pensiero; una scuola noiosa e priva di alcun collegamento col mondo; una scuola scadente e perfetta per formare dei meri soldatini del liberismo, sostenitori acritici di qualunque ordine dall’alto, esecutori senza dignità, senza futuro, senza prospettive, ovviamente ricattabili, culturalmente e caratterialmente inclini alla servitù e al contrasto violento di qualunque idea minoritaria e in contrasto col pensiero unico dominante: questo è il vero sogno di chi tira nell’ombra le fila del mondo, questo è il non detto delle tante controriforme cui  stiamo assistendo ovunque, questo è il tentativo di eliminare ogni ribellione pacifica, in un trionfo del “divide et impera” che finirà, inevitabilmente, col distruggere ciò che resta del tessuto socio-culturale delle società occidentali.
È, dunque, con un metodo che dobbiamo prendercela più che con un governo o con l’altro; è un percorso globale che dobbiamo contrastare, non una singola riforma; è un inganno, quello della meritocrazia a risposta multipla, che dobbiamo denunciare e sventare, non arroccarci sulla nobile, e sacrosanta, battaglia di un giorno ed è un metodo alternativo, radicalmente alternativo, che dobbiamo promuovere e radicare nella coscienza della collettività. Altrimenti vinceranno sempre loro: le scorciatoie nemiche della complessità, i punti cardine della rassegnazione, le vie maestre del cinismo e del disincanto, dell’omologazione e della massificazione che trovano nel sistema a crocette il cavallo di troia ideale per conficcarsi nelle nostre menti e modificare per sempre il nostro modo di pensare, inducendoci progressivamente a non farlo.


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