“La satira non può essere mai codificata. Se lo fai la uccidi”. Intervista a Giorgio Montanini

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Se gli obesi fossero tassati perché rappresentano un costo sociale si ribellerebbero? Se ai tanti favorevoli alla legalizzazione della prostituzione qualcuno aprisse una casa d’appuntamenti nel loro condominio come reagirebbero? Gli anziani dietro la promessa di una gita a basso costo sono spesso vittime di raggiri e truffe: ma se invece di pentole e piatti qualcuno provasse a vendergli il corredo funebre per non pesare sugli eredi?
Dal 3 maggio, in seconda serata su Rai3 è tornato il programma di satira “Nemico Pubblico”. Otto puntate da quarantacinque minuti in cui saranno trattati  alcuni tra i temi più controversi: dalla violenza sulle donne al razzismo, passando per l’indifferenza e la discriminazione verso le categorie socialmente deboli. Ne parliamo con Giorgio Montanini (nella foto), autore e conduttore dalla comicità dissacrante e provocatoria.

Chi è il “Nemico pubblico” che sfiderete? Governanti? Esponenti delle istituzioni?
Sarebbe troppo facile prendersela con quelli che comandano facendo finta tra l’altro che non siamo stati noi a metterceli… No, il nemico pubblico sono io, sei tu, è l’uomo medio, il pubblico in generale. Il modo migliore e più moderno per fare satira oggi è criticare noi stessi partendo da me. Una satira sociale su chi ti sta davanti. Colui che incontro davanti quando vado a fare la spesa, è lui il destinatario della mia satira.

Nelle candid camera sociali della scorsa stagione mettevate in luce l’intolleranza e l’indifferenza di tanti cittadini. Sono reazioni che si acuiscono in presenza di una crisi sociale ed economica maggiore?
Sì, sono perfettamente d’accordo, è nei momenti di maggiore tensioni sociale che la pancia del paese si manifesta anche nella sua veste peggiore. Pochi giorni fa il segretario della Lega Salvini era nella Marche, che non è certo una regione padana. E’ venuto qui per cercare di mettere i poveri contro i poveri inneggiando a slogan contro gli immigrati come se fossero loro che realmente ci rubano il lavoro…

E sono messaggi che attecchiscono?
Purtroppo sì. E la colpa è sempre della gente che non riflette mai abbastanza. Marx la chiamava “coscienza di classe”. Se uno avesse un pò più di coscienza del ruolo che ricopre nella società forse non se la prenderebbe con il poveraccio che sbarca in Sicilia ma, al contrario, lo sentirebbe come un fratello.

Parlerete anche di prostituzione, attraverso un esperimento provocatorio: un finto bordello in un condominio. Com’è andata?
E’ stato un espediente per mettere a nudo l’ipocrisia che serpeggia tra la gente. Se chiedi alla gran parte delle persone cosa ne pensano della riapertura delle case chiuse tutti dicono che sono favorevoli. Ma solo se non le fanno nel loro palazzo o nel quartiere. E così abbiamo aperto, ovviamente in maniera fittizia, un particolare “centro massaggi” in un quartiere borghese. E’ successo un pandemonio!

Dopo la strage di Charlie Hebdo si è riaperto anche in Italia il dibattito sui “confini” della satira. E’ ragionevole ipotizzare dei paletti?
Mi hanno fatto questa domanda citandomi la Corte costituzionale che ha dato una definizione (scritta) di satira. Io  penso che la satira non possa essere mai codificata. Se lo fai, anche in buona fede, la uccidi. La satira non può avere confini. Se stabilisci dei paletti condanni a morte la sua forza liberatoria e catartica.

Non c’è un limite al buon gusto?
Il limite è solo quello del comico. Se io facessi satira da razzista e fascista sarei considerato un comico razzista e fascista e mi verrebbero a vedere solo coloro che la pensano come me. Io non potrei essere mai questo tipo di comico ma impedire a un comico di fare battute razziste è sempre sbagliato.

In Francia il comico Dieudonné è stato arrestato
Un comico deve essere arrestato se delinque non se fa battute scorrette. Se è razzista deve essere emarginato dalla società civile ma un artista dovrebbe essere sempre comunque libero di esprimersi. Ovviamente se vai in tv la cosa è un pò diversa. Entri nelle case delle persone e ci sono delle regole che devi pur rispettare.

In Italia si fa abbastanza satira in tv?
Assolutamente no. Siamo a livelli da terzo mondo o da califfato. Se ne fa poca e quando la si fa è bonaria, rassicurante, quasi ufficiale: l’ammiccamento, la gomitata al politico di turno…

Politicamente corretta
E se è così non è più satira. Crozza in primis… Quando tutti lo citano lui stesso dovrebbe domandarsi dove sbaglia. Quando la satira piace a tutti non è più satira. La satira deve spaccare il pubblico a metà…

Fonte: “Radiocorriere Tv”


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