“La parata dell’orgoglio” la chiama Repubblica, “Parata senza leader” aggiunge il Corriere. 70 anni fa il Terzo Reich si arrendeva, vittoria del popolo russo che pagò la guerra con 23 milioni di morti, vittoria di Stalin che pure all’inizio aveva tentato, con il patto Molotov – Ribbentrop di scaricare la furia nazista su Parigi e Londra. Mi ripeto: solo chi non abbia letto un romanzo russo dell’800 può essere tanto sciocco da pensare che con il crollo dell’Unione Sovietica venga meno la questione russa. Accanto a Putin ieri c’era il cinese Xi Jinping. Mosca mostra “il muscolo marziale” (lo chiama, El Pais) all’Occidente e cerca alleati (e 25 miliardi di investimenti) a Oriente. Angela Merkel andrà oggi sulla Piazza Rossa vestendo i panni del penitente (per le colpe del Reich) ma non prendere le distanze dalla politica estera americana, né sulle sanzioni né sull’Ucraina. C’erano già ieri -presenza discreta- i ministri degli esteri di Francia e Italia. E pare che Gentiloni abbia ottenuto un “sostanziale via libera” russo per una missione in Libia (solo contro i trafficanti, s’intende!). “Libia, più vicino il sì alla missione”, plaude la Stampa. Europa sempre assente. Se no, avrebbe già imposto un accordo (e uno stato federale) ai reazionari di Kiev e ai filorussi dell’Ucraina orientale. Avrebbe revocato le sanzioni in cambio di una partneship russa in Medio Oriente. Quanto alla tragedia dell’immigrazione, Mattarella prova a surrogare Renzi: chiede “più coraggio” per quello “scontro nella UE” su cui Repubblica fa il titolo.
Votate fratres. Dice il Grillo disegnato da Giannelli con un saio francescano. Con la marcia di Assisi il Movimento 5 Stelle ha fatto la mossa giusta. Ha chiesto che si istituisca ora, non dopo una sua ipotetica presa del potere, un “salario di cittadinanza”. “Stipendio contro la povertà -spiega bene il Fatto- e incentivo per cercare lavoro”. Un proposta politicamente forte, perché – come scrive Ricolfi sul Sole24Ore- i dati sulla dicoccupazione non promettono niente di buono. Perché tutti “abbiamo sottovalutato la gravità dell’infarto che ha colpito l’Italia in questi anni di crisi”. Mossa vincente offuscata subito dal solito cupio dissolvi. Grillo se l’è presa con Veronesi, accusandolo di proporre (per ottenere finanziamenti) troppe mammografie. Incredibile! Cosa c’entri, tu, Beppe? Che sai di tumori e prevenzione? Avrai letto -come molti di noi- dati americani che ipotizzano un uso eccessivo di pratiche diagnostiche e chirurgiche, per i tumori della prostata o del seno. Ma questo non autorizza a disprezzare il vissuto di tantissime donne, che ora si curano, si controllano e puntano su una nuova vita dopo il tumore. No mammografie,sì stamina, diceva un tweet Cari M5S, decidete se essere un movimento politico o invece una setta apocalittica.
L’ossimoro delle tasse. “Tasse locali sempre più alte” annuncia il Corriere in prima pagina. “Avanti con riforme e meno tasse”, promette al Corriere il ministro Padoan. Soldi non ce ne sono e così finiscono per pagare sempre i soliti: lavoratori, pensionati, ceto medio che non imbroglia. Alesina e Ciavazzi spiegano che la politica “espansiva” della Germania ha il braccino corto. Renzi, zitto, spera che Merkel se la cava. Tutto ciò svuota le teorie di Polito e Gentiloni sulle elezioni britanniche. La terza via è morta dopo la guerra in Iraq ma è stata sepolta con la crisi del 2007. Senza cambiare modello economico, un nuovo Blair potrà solo fare (a tempo) il lavoro sporco per la destra.
Il compagno camerata. “Dopo gli uomini legati a Gomorra e a Cosentino”, il Fatto scopre nelle liste in Campania un fascista, passato a M5S e riciclato poi da De Luca. È il Partito della Nazione, bellezza. Renzi tace, la Boschi prevede di vincere ovunque. Riprendendo Lazar, Scalfari si chiede se con liste siffate e “un Parlamento ridotto a dépendance del governo”, la “democrazia esecutica” sarà ancora democrazia!
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