Lo Renzi il munifico dice: revisionerò la legge Fornero. Intanto predice che troverà 2 miliardi per rifondere i pensionati meno fortunati (aka: quasi borderline quanto a sopravvivenza). La sentenza costituzionale non gli piace, ma si adegua obbedendo e tacendo mentre crozzeggia che tocca a lui levar le castagne dal fuoco gettate in padella dai precedenti governi. Ballotte! A lui, quale capo di governo fiorentino (poi direttamente passato a capo di governo italiano senza transitar manco per parlamento) tolta la parte esodati, quella legge piaceva assai, come riferì in più occasioni. Solo i cretini cambiano mai idea e noi si concorda, ma ci piacerebbe discuterne prima di tutto in trasparenza.
Fatta questa (importante) premessa noi concordatari non riusciamo ancora comprendere com’è che vastissime “categorie” italiche percepiscono a)decine e decine di migliaia d’euro annue in proprio o per accumulo di più pensioni (in tal senso i parlamentari&C. prima di chiunque altro) b)decine e decine di migliaia d’ufficiali militari attivi e in pensione succhiano milioni e milioni d’euro. Qualche input. Abbiamo oltre il doppio tra generali di corpo d’armata e brigata rispetto al numero d’armate e brigate (!).
A parte benefit lussuosi (le solite robe per agevolazioni di domicilio, attendenti, auto con autista, buoni vacanze, free o quasi per bollette luce gas telefono ecc. ecc.) questi signori generali percepiscono stipendi sui (minimo) 10mila euro mensili da qui pedissequa pensione e poi s’hanno da aggiungere colonnelli e via a scendere. Ci piacerebbe conoscere il numero degli ufficiali che negli ultimi 30 anni sono andati “in pensione” con pochi anni d’attività come accadde con i civili baby pensionati (li ricordate?), rispetto alla norma che deve lavorare per decenni! E che dire poi dei cappellani militari? Stavamo a 173, ma portati nel bilancio 2015 a 205. Sono tutti ufficiali (qualcuno generale e colonnello) e come tali pagati: ciò significa che dopo qualche anno militare questi sacerdoti cattolici godranno di pensioni esagerate fino alla fine dei loro giorni (è auspicabile che a differenza degli ufficiali civili sia esclusa una forma di reversibilità).
Il loro Vicario ha -niente meno che- il grado di generale di brigata, dunque con lo stipendio di cui sopra e relativa pensione. Un vicario eletto nei pressi dell’età pensionabile in due/tre anni godrà fino alla fine dei suoi giorni di sugosa pensione (cfr. a esempio il cardinale Bagnasco, già vicario militare, che ha fatto però sapere che il tutto va in beneficenza). Senza il consenso bilaterale CEI (cfr. patti lateranensi) lo Stato Italiano non può arrogarsi annullamenti di parte. Siccome però l’attuale Vicario militare (Mons. Marcianò) è dall’avvento di Papa Francesco che s’è reso disponibile a rinnovare “questo trattato” perché considera tutto quel denaro enormità, com’è che lo Stato laico non coglie l’attimo preferendo invece crozzeggiare?