In occasione del terzo “Tavolo interreligioso per l’integrazione” tenutosi il 18 e 19 maggio scorsi ad Assisi è stata lanciata da Gian Mario Gillio, responsabile comunicazione e rapporti istituzionali della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), l’idea di promuovere la stesura di una carta deontologica per l’informazione religiosa, una “Carta d’Assisi”.
L’incontro interreligioso è stato presieduto dal sottosegretario Franca Biondelli del Ministero del lavoro e delle politiche sociali con delega all’integrazione e promosso in collaborazione con il Dipartimento delle Pari Opportunità della presidenza del Consiglio e dall’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar). “Insieme al direttore dell’Unar, Marco De Giorgi – ha detto il sottosegretario Franca Biondelli – abbiamo preso sul serio l’idea di una ‘Carta d’Assisi’ per il pluralismo religioso e deciso di mettere in agenda la proposta avanzata”.
La Carta deontologica dovrebbe aiutare l’informazione ad una più attenta e corretta rappresentazione del mosaico di fedi presenti in Italia: “E’ il momento opportuno per dar vita a una ‘Carta d’Assisi’, così come è stato fatto in passato per la ‘Carta di Roma’”, ha dichiarato Gian Mario Gillio, rappresentante al Tavolo interreligioso anche per la Chiesa valdese (Unione delle chiese metodiste e valdesi).
“La Carta di Roma nata nel giugno 2008 come protocollo deontologico (del Consiglio dell’Ordine dei giornalisti e Federazione nazionale della stampa italiana) per una informazione corretta sui temi dell’immigrazione – prosegue Gillio – è un utile strumento per evitare che si possano diffondere informazioni imprecise, sommarie o distorte riguardo ai richiedenti asilo, rifugiati o vittime della tratta. Oggi – ha prosegue Gillio – una ‘Carta d’Assisi’ sarebbe altresì importante per diffondere una maggiore aderenza alla realtà plurale del fatto religioso. Ricerche e analisi – ha concluso Gillio – mostrano quanto il nostro paese sia attraversato da un preoccupante analfabetismo religioso. La Carta d’Assisi potrebbe indirizzare ed aiutare sia chi l’informazione la produce che chi ne usufruisce”.