Sembra la salita storia dell’atipico che se ne va per farsi notare, mentre Civati raggiunge una parte importante dell’elettorato del PD già da tempo in diaspora, che rifiuta lo stile dell’uomo solo al comando. E crede ancora che una decisione presa con il tempo della condivisione sia migliore di una rapida e solitaria.
Renzi snobba la faccenda e sbaglia.
Perché sono in tanti gli ex elettori del PD che non se ne fanno niente dell’orgoglio vuoto con cui croma il nulla, ma vogliono risposte profonde al bisogno di onestà e giustizia sociale.
Civati ed altri politici che non hanno più nulla a che fare con il PD-PNN devono dedicarsi a capire i bisogni reali di cambiamento espressi dalla società civile, partendo da quelle associazioni impegnate da anni nel miglioramento della consapevolezza sociale.
C’è una forte domanda di coerenza e credibilità che non ha rappresentanza. Di bisogni primari che non hanno risposte.
Per contro, c’è un’evasione fiscale senza freni. Una corruzione endemica senza seri provvedimenti per rendere la giustizia celere ed efficace. Uno strapotere finanziario che non ha argini e detta le regole.
Da qui bisogna partire per offrire un’alternativa a chi vuole un’Italia costituzionale.
Ancora fondata sulla centralità del lavoro e sulla dignità dei più deboli
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