Il garantismo è una crema antirughe per le delicate reputazioni di ricchi e potenti. Per il ragazzo marocchino Abdelmajid Touil vale invece la presunzione di colpevolezza, anche se l’insegnate lo ricorda in classe il giorno dell’attento al Bardo, di cui è accusato di essere uno degli autori. Gli stessi inquirenti invitano alla prudenza, vogliono capire i troppi elementi discordanti. Ma i razzisti hanno fretta e non stanno a sottilizzare su prove e verifiche.
Siamo alla vigilia delle elezioni elettorali e il fatto vale oro. Perché produce la materia prima più pregiata per acquisire voti populisti: la paura. Touil è usato subito dall’ascendente Salvini per demonizzare tutti i migranti e proporre di sospendere la libera circolazione in Europa, per “paura” che dai barconi vengano i terroristi.
Così l’italiano medio catto-leghista lo vota, accende candele di devozione e spegne speranze di integrazione. Mentre Renzi vuole ripescare il barcone della strage, per mostrare la sindone dell’indifferenza agli europei. Che auspicano e stigmatizzano, purché a “quelli” ci pensi l’Italia.
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