La notizia è di quelle epocali e ve la riportiamo in doppia versione, originale in inglese e tradotta in italiano così come l’abbiamo letta sul sito di Google:
The Digital News Initiative
The Digital News Initiative (DNI) is a partnership between Google and news publishers in Europe to support high quality journalism through technology and innovation.
The goal is to encourage a more sustainable news ecosystem — and promote innovation in digital journalism — through ongoing collaboration and dialogue between the tech and news sectors.
Anyone involved in Europe’s digital news industry will be able to take part in any or all of the programs of the DNI.
The News Digital Initiative
The News Digital Initiative (DNI) è una partnership tra Google e gli editori di notizie in Europa per sostenere il giornalismo di alta qualità attraverso la tecnologia e l’innovazione.
L’obiettivo è quello di incoraggiare la creazione di un ecosistema dell’informazione più sostenibile – e promuovere l’innovazione nel giornalismo digitale – attraverso la collaborazione continua e il dialogo tra ricerca tecnologica e mondo dell’informazione.
Chiunque sia coinvolto nell’industria del giornalismo digitale europeo potrà prendere parte a uno o a tutti i programmi del DNI.
Tradotto in termini pratici significa che l’azienda di Mountain View ha deciso di finanziare con 150 milioni di euro per i prossimi tre anni la ricerca e la sperimentazione nel giornalismo digitale in Europa. La notizia è stata diffusa dai vertici dell’azienda statunitense il 28 aprile scorso. A rendere pubblica l’iniziativa è stato Carlo D’Asaro Biondo presidente Strategic Relationships di Google in Europa a margine dell’Ft media conference di Londra. E’ stato lo stesso manager di Google a comunicare i nomi dei primi giornali europei che hanno deciso di essere partner di Google in questa iniziativa che sono: gli inglesi di The Guardian e di The Financial Times, i tedeschi di Die Zeit e Faz, il francese Les Echos, El Pais dalla Spagna, l’olandese NRC Media e La Stampa. Per sgombrare il campo da ogni dubbio e ribadire che l’iniziativa di Google va a beneficio totale e assoluto del << giornalismo digitale >> e non di un club esclusivo composto da alcuni e selezionati editori europei, abbiamo pensato di riportare alcuni dei passaggi salienti dell’intervento di Carlo D’Asaro Biondo all’evento londinese del 28 aprile scorso.
editoria-online
Lavoriamo insieme per migliorare il giornalismo di qualità
Over the years, Google’s relationship with news and the news industry has often been misunderstood and – dare I say it – sometimes misreported. Through Search and News, we send over 10 billion visits, for free, to publishers globally each month. We’re proud of that, and those readers represent real revenue opportunities for the publishers. And through our advertising platforms, such as AdSense, we shared 10 billion dollars with publishers around the world in 2014.
Nel corso degli anni, il rapporto fra Google, notizie ed editori, è stato spesso frainteso e – oserei dire – a volte mal raccontato. Attraverso “search and news”, il nostro motore di ricerca invia oltre 10 miliardi di visite, gratuitamente, agli editori ogni mese. Siamo orgogliosi di questo, e siamo anche certi che quei lettori rappresentino reali opportunità di reddito per gli editori. E attraverso le nostre piattaforme di pubblicità, come AdSense, abbiamo condiviso 10 miliardi di dollari con gli editori in tutto il mondo nel 2014.
Today we have more than 65,000 publishers in Google News, and Let me be clear that those publishers are in control. They apply to be part of Google News. And if at any point they don’t want any of their content to appear in Google News or in our Search results, they can opt out by inserting a simple piece of code that instructs us not to index it.
Oggi abbiamo più di 65.000 editori in Google News, e, vorrei fosse chiaro che sono essi ad esercitare il controllo sui contenuti. Hanno scelto di far parte di Google News. E se decidono di non diffondere parte dei loro contenuti su Google News o nelle ricerche, possono scegliere di farlo inserendo un semplice codice che esclude i testi dall’indicizzazione.
We also work with an increasing number of publishers who want to sell their content directly to consumers, especially on tablets and mobile. Google Play – our app store for the Android operating system – allows news and magazine publishers to offer their content to readers on subscription – whether paid or for free. We are working closely with publishers to improve the visibility and monetisation of their news apps. And today news sources are making their content available on Google Play Newsstand across 19 countries.
Lavoriamo anche con un numero crescente di editori che vogliono vendere i loro contenuti direttamente ai lettori, su tablet e cellulari. Google Play – il nostro negozio di app per il sistema operativo Android – permette agli editori di offrire i loro contenuti ai lettori in abbonamento – sia a pagamento sia gratuitamente. Stiamo lavorando a stretto contatto con gli editori per migliorare la visibilità e la monetizzazione delle loro app per la diffusione delle notizie. E grazie al servizio Google Play Edicola i produttori di notizie oggi possono distribuire i propri contenuti in 19 paesi diversi.
We have allocated 150 million euros to stimulating and supporting innovation in digital journalism within the news industry in Europe, over the next three years. In the feedback we hear from publishers and editors, it is clear that there is a great desire to experiment more freely, but risk-taking comes at a cost. The purpose of this is to make grants available to projects which demonstrate new thinking in digital journalism. No-one knows where the next great idea will come from – but we want to stimulate and nurture ideas that come from those who are closest to the action, from those who know best how journalism is changing. Anyone working on innovation in online news in Europe will be able to apply, including national and regional publishers, new players and pure players.
Abbiamo stanziato 150.000.000 milioni di euro per stimolare e sostenere l’innovazione nel giornalismo digitale in Europa nei prossimi tre anni. Abbiamo sentito da parte degli editori una grande voglia di sperimentare più liberamente. Lo scopo di questo progetto è quello di concedere sovvenzioni per progetti che creino innovazione nel giornalismo digitale. Nessuno sa da dove arriverà la prossima grande idea – noi vogliamo stimolare e coltivare le idee che vengono da coloro che sono più vicini all’azione, da quelli che conoscono meglio quanto il giornalismo stia cambiando. Chiunque lavori nell’innovazione della produzione di notizie on-line in Europa potrà partecipare al progetto anche gli editori nazionali e regionali, le start up e i media nativi digitali.
As someone who has been closely involved in the French digital news innovation fund over the past three years I can say with certainty that the initiative has led to some really inspiring and innovative projects.
Le Monde has built a complete new offering for mobile and tablet that significantly improved engagement with their app, increasing page views and time spent
Slate.fr built a new kind of newsreader, funded by native ads, that surfaces and curates trending content on social networks. It’s a powerful tool for reporters and great for consumers too.
Validi esempi di questo tipo arrivano dal mondo francese della ricerca dell’innovazione digitale nella produzione di notizie. Nel corso degli ultimi tre anni sono stati prodotti alcuni progetti davvero stimolanti.
Le Monde ha costruito una nuova offerta completa per cellulari e tablet attraverso un’app riuscendo ad aumentare significativamente il coinvolgimento dei lettori, le pagine viste e il tempo trascorso sul sito.
Slate.fr ha costruito un nuovo tipo di newsreader, finanziato dal native advertising, per la diffusione e la curation dei contenuti di tendenza sui social network. Si tratta di un potente strumento per giornalisti e anche per i lettori.
It would be wonderful if there was one big idea which could fix everything for the news industry. So let me say this – this initiative is not about Google trying to reinvent journalism or to fix the news industry once and for all. That is neither our responsibility nor something we could hope to achieve.
I should also make it clear that much as we admire quality journalism we have no plans to get involved in creating or commissioning news. Although we seem to be quite good at generating it!
But I can’t promise it will be smooth. At Google we know that innovation is never a linear process.
It’s always messy and often happens in random ways. Sometimes – often – we fail.
But I am convinced we will achieve much more if journalism and technology work together rather than apart.
Sarebbe meraviglioso se attraverso questa iniziativa scaturisse una grande idea risolutiva per la crisi dell’industria della notizia. Quindi lasciatemi dire questo – questo progetto non è Google che cerca di reinventare il giornalismo o di assogettare a sé l’industria della notizia una volta per tutte. Non è questo quello che facciamo ne che stiamo pensando di fare in futuro.
Vorrei anche chiarire che ammiriamo il giornalismo di qualità e che non abbiamo alcuna intenzione di diventare a nostra volta editori. Anche se biosogna riconoscere che siamo piuttosto bravi a diffondere le notizie!
Qui a Google sappiamo che l’innovazione non è mai un processo lineare.
E’ sempre disordinato e spesso avviene in modo casuale. A volte fallisce.
Ma sono convinto che arriveremo molto più in alto se giornalismo e tecnologia lavoreranno insieme.