E’ nata a Trieste una nuova coalizione. Tranquilli, non si tratta dell’ennesimo partito né di una discesa in campo di sigle sindacali. Unicef Italia e Fondazione Marco Luchetta hanno deciso di costruire un'”alleanza per il bene”, per raccontare le storie di tutti quei bambini che sono colpiti dalle guerre, spesso dimenticate, di cui nessuno parla e che nel mondo colpiscono 230 milioni di bambini, 1 su 10, di cui 15 milioni “solo” in Siria, Iraq, Sud Sudan, Centrafrica, Gaza.
L’obiettivo ambizioso è quello di lavorare insieme per una svolta culturale, per illuminare le periferie del mondo, per citare Giuseppe Giulietti e Articolo 21, per raggiungere gli irraggiungibili e rendere consapevoli le nuove generazioni che nella complessità del mondo di oggi certi fatti ci appartengono, non sono lontani da noi. Essere indifferenti alle atrocità, a bimbi feriti, senza più un tetto né una casa oppure fucilati, giustiziati o addirittura crocifissi come avviene in queste ore in Iraq a causa della ferocia dell’ISIS, vuol dire consegnare alla morte milioni di persone e bambini innocenti.
Concretamente dunque, UNICEF e Fondazione Luchetta hanno deciso di dare vita al Premio “I Nostri Angeli” che nell’ambito del Premio Luchetta, il più importante dei riconoscimenti in Italia per i giornalisti che si sono spesi per raccontare le storie dei bambini nei conflitti di tutto il pianeta, premierà la testata che si sarà distinta proprio per aver raccontato con continuità e attenzione le questioni relative all’infanzia di cui l’UNICEF si occupa in 190 paesi del mondo.
Appuntamento dunque a Trieste dal 29 al 2 luglio per premiare chi, con tenacia e convinzione, documenta ogni giorno il calvario di milioni di bambini che vivono nella morsa della guerra, reclutati come soldato, orfani dei propri genitori ma soprattutto vittime di chi decide di non agire per la pace fin quando un dramma non lo colpisce direttamente e si sveglia dal torpore quotidiano gridando “Mai più” davanti agli orrori infiniti di interi popoli senza sapere “dove avvengono o da quanto avvengono”.
Tutto ciò nel ricordo di Marco Luchetta e del suo sacrificio di giornalista, uomo e soprattutto papà. “Torno in Bosnia, mi ci mandano sempre piu’ spesso. Vado a preparare uno speciale sui bambini. E’ un’ esperienza tragica e affascinante, li’ ti senti davvero un giornalista. Spero solo che non mi accada nulla. Per mia moglie e i bimbi”.
Credit Foto – Osman Sagirli