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Terremoto in Nepal, oltre 4 mila morti. Le ong: “Strutture sanitarie al collasso”

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Da subito i primi soccorsi di associazioni e ong: una squadra di esperti di Oxfam parte dalla Gran Bretagna per portare acqua, cibo e kit igienico-sanitari. “La gente è in strada, terrorizzata”. L’Unicef si preoccupa di circa un milione di bambini coinvolti. Aibi: “Qui manca tutto”. Partite le raccolte fondi

 

ROMA – Continua a salire il numero delle vittime del devastante terremoto che ha colpito ieri il Nepal: si parla di oltre 4.00 morti, oltre a tanti feriti e dispersi. Le principali organizzazioni umanitarie sono al lavoro, per portare i primi soccorsi.
Tra queste, Oxfam, che sta valutando i danni e mettendo a punto la strategia d’intervento. Nel frattempo, una squadra di esperti è pronta a partire dalla Gran Bretagna per portare via aerea acqua pulita, cibo e kit igienico-sanitari.
“La comunicazione è attualmente difficile, le linee telefoniche non funzionano e la mancanza di elettricità non ci consente di ricaricare i cellulari – riferisce Cecilia Keizer, direttore di Oxfam in Nepal – Non c’è acqua. Il numero delle vittime continua ad aumentare, molte vecchie case sono crollate ma il sisma non ha risparmiato edifici più moderni. Vista la vicinanza all’epicentro, anche Pokhara deve essere stata seriamente colpita. Oxfam sta aiutando con distribuzione di acqua e cibo. La gente è in strada, molto spaventata perché la terra non ha smesso di tremare a causa delle scosse di assestamento”.

Unicef: 1 milione di bambini ha urgente bisogno di aiuti umanitari. L’organizzazione da subito si è attivata per portare assistenza alla popolazione colpita dal sisma, che ha causato grande devastazione in buona parte del Paese, ha provocato la morte di più di 2 mila persone e la distruzione di molte costruzioni. L’Unicef ha mobilitato lo staff e sta utilizzando le scorte di emergenza per rispondere alle necessità umanitarie urgenti dei bambini colpiti dal terremoto, concentrandosi su acqua e igiene, nutrizione, istruzione e protezione dell’infanzia.

La Caritas al fianco della popolazione. “Si tratta del peggior terremoto di cui ho mai avuto esperienza – ha dichiarato il direttore di Caritas Nepal, padre Pius Perumana S.J. – Le scosse di assestamento sono state ancora molto forti e da quello che possiamo constatare al momento potrebbe trattarsi di una una situazione di grave emergenza”. Già dal primo esame, infatti, sono emersi moltissimi danni, con il crollo di tanti edifici e altri che presentano crepe. “Grazie al cielo – aggiunge padre Pius – il terremoto si è verificato di giorno e durante una festività, cogliendo quindi molte delle persone all’aperto”.
Intanto la rete internazionale Caritas ha iniziato l’invio di materiali di soccorso di emergenza. Oltre a Kathmandu, i distretti di Bhaktapur, Lalitpur, Raswa, Kavre, Dolakha, Gorkha, Ramechap, Nuwarkot, Sindupalchok, Dhading, Makawanpur e Sindhuli sono stati tutti colpiti. Diverse migliaia di famiglie dovrebbero avere bisogno di immediato rifugio temporaneo. Acqua e servizi igienico-sanitari sono le esigenze prioritarie.

Agire lancia un appello di raccolta fondi. A fronte delle gravissime conseguenze del terremoto che ha colpito il Nepal ieri mattina, le organizzazioni del network di Agire già sul terreno si sono mobilitate da subito per valutare i bisogni più immediati: acqua, cibo, ripari per le famiglie senza tetto, interventi sanitari. Quattro Ong del network (Actionaid, Cesvi, Oxfam, Sos Villaggi dei Bambini) sono già operative con i soccorsi nelle aree dove l’impatto del terremoto è stato peggiore, altre si attiveranno nelle prossime ore.
Il Segretario Generale di ActionAid, Marco de Ponte, dall’India parla di una situazione che si aggrava di ora in ora: “Le più grandi difficoltà in questo momento sono il sistema di approvvigionamento elettrico e l’acqua. Bisogna ripristinare la rete elettrica e assicurare la fornitura di acqua potabile quanto prima!”.

Aibi: “Qui manca tutto”. La testimonianza di Fulvia Clerici, coordinatrice dell’associazione in Nepal, che ricorda i drammatici momenti delle scosse. “Al lavoro per assistere la popolazione del Nepal a rispondere a questa terribile tragedia, ma serve ‘aiuto di tutti”. Anche Aibi lancia una raccolta fondi.

Cbm: “Disabili a rischio esclusione dalla catena degli aiuti”. Il devastante terremoto che ha colpito il Nepal porta alla luce un dato quanto mai allarmante: il tasso di mortalità delle persone con disabilità è il doppio rispetto a quello del resto della popolazione durante le catastrofi naturali. E in occasione di eventi drammatici come quello di ieri, un altro aspetto emerge, così come sottolineato dal Cbm: “Il binomio sisma- disabilità rischia nella maggior parte dei casi di escludere dalla catena degli aiuti umanitari e dalle tradizionali risposte di emergenza: cibo, acqua potabile e servizi sanitari. Non solo: “I bambini e le persone con disabilità con difficoltà riescono a mettersi al riparo perché la maggior parte delle strutture di primo soccorso non sono accessibili”.

Appello di Plan Italia: “Strutture sanitarie al collasso”. “Sta iniziando a piovere in molte aree – afferma Mattias Bryneson, direttore nazionale di Plan Italia – tutta la popolazione sta vivendo all’aperto senza un riparo o in tende di fortuna, i bambini piangono e le strutture sanitarie sono al collasso”. Fin dai primi momenti post terremoto l’organizzazione si è attivata nel paese asiatico con un piano d’emergenza. Kit shelter, teloni, materassi, zanzariera e coperte sono solo parte del materiale che verrà messo a disposizione di bambini e delle comunità vulnerabili, i cui bisogni per Plan Nepal sono prioritari nel piano d’emergenza post sisma.

Nepal, aiuti dall’Alto commissariato
. L’Unhcr  pronto a fornire tutta l’assistenza necessaria per aiutare i sopravvissuti ad affrontare le difficoltà legate alla distruzione. L’Alto commissariato sta inviando 11 mila teli di plastica e 4 mila lanterne solari dal suo magazzino di Damak, nel Nepal orientale, ai quartieri orientali collinari di Ramechhap e Okhaldhunga, in risposta alle richieste delle autorità. Altri 8 mila teli di plastica e 4 mila lampade solari saranno spediti a Kathmandu da Dubai grazie ad un aereo cargo donato da Sua Altezza lo Sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum, vicepresidente degli Emirati Arabi Uniti, primo ministro e sovrano di Dubai.

L’associazione Sos villaggi dei bambini lavora in Nepal dal 1970. Prima della tragedia accoglieva 1.800 bambini e ne sosteneva 7.500. I programmi di rafforzamento familiare erano rivolti a 10 mila bambini e famiglie, inoltre veniva fornita assistenza sanitaria a più di 1.500 bambini e ragazzi. Ora in seguito al terremoto dei giorni scorsi l’associazione ha deciso di allargare il proprio intervento ad altre zone e alle vittime della tragedia allestendo due campi di primo soccorso.
“Dal momento che la zona più fortemente colpita è la valle di Kathmandu, si valuterà la situazione dei bambini e i nostri servizi verranno inevitabilmente estesi” dice Shankar Pradhananga, direttore nazionale di Sos villaggi dei bambini in Nepal “I nostri prossimi interventi si rivolgeranno principalmente ai  bambini soli, non accompagnati o separati dalle famiglie in seguito al terremoto”.

Su Rs, l’Agenzia di Redattore sociale leggi tutti gli articoli completi sull’attività di associazioni e Ong per le popolazioni del Nepal.

Da redattoresociale.it


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