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Senato approva il DDL anticorruzione dopo molte polemiche e pericoli. Ora il testo approda alla Camera

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Con 165 voti a favore, 74 contrari e 13 astenuti, il Senato ha approvato in prima lettura il disegno di legge anticorruzione. Ora il testo passa in seconda lettura alla Camera. Hanno votato a favore i senatori della maggioranza Pd e Ap (Ncd e Udc), mentre i voti contrari sono giunti da Forza Italia, 5Stelle e Gal. La Lega si è astenuta. Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, non ha nascosto la sua soddisfazione per il lavoro dei senatori, in Commissione e in Aula, ma ha anche auspicato alcuni correttivi da apportare nella lettura alla Camera, purché “l’approvazione sia la più rapoda possibile. Velenoso il tweet di Matteo Renzi, che prima ha ringraziato i senatori favorevoli all’approvazione, e poi ha aggiunto: “fare ostruzionismo e dire sempre di no è un inganno che forse funziona il tempo di un click ma che gli elettori sanno sempre riconoscere”. La polemica è ovviamente indirizzata a quei senatori di Forza Italia e 5stelle, in particolare, che hanno sollevato dubbi sul processo di rielaborazione del testo rispetto alla originaria proposta dell’attuale presidente del Senato Piero Grasso, e hanno deciso di votare contro, per ragioni diverse e in alcuni casi diametralmente opposte, ovviamente. Lo stesso presidente Grasso ha commentato con cautela il voto favorevole al provvedimento, sostenendo che si tratta di “un passo avanti significativo”, ma che “resta molto da fare”, anche se “il sì di oggi non era affatto un traguardo scontato”.

In realtà, la cautela della dichiarazione del presidente Grasso (nella foto) è giustificata dal fatto che l’articolo 8 del disegno di legge, che regola e penalizza nuovamente il falso in bilancio, è stato approvato con appena 3 voti di scarto. La questione, che rimane ancora aperta, è relativa alla quantità della pena prevista dalla nuova normativa: il testo votato prevede una pena da uno a cinque anni, sarebbero stati sei se fosse passato l’emendamento proposto da Sel e Felice Casson, decisione che avrebbe reso possibile l’uso delle intercettazioni. Reclusione da 3 a 8 anni invece per le società quotate in borsa, in base all’articolo 10 della nuova normativa, che modifica l’articolo 2622 del Codice civile, e che è stato votato con 182 sì. L’articolo 11, passato con 205 sì, alza le soglie delle pene pecuniarie per il reato di falso in bilancio, in caso di responsabilità amministrativa.

Stretta sui mafiosi (la pena massima arriva a 26 anni) e anche sulla corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, ad esempio, visto che si passa da 8 a 10 anni per la condanna massima. Previsto, poi, il patteggiamento dopo la restituzione del maltolto, l’obbligo del pm di informare l’authority ma anche, tra l’altro, pene scontate per i “collaboratori” e condanne ridotte per fatti di lieve entità.

Da jobsnews.it


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