“A proposito delle «discussioni in cui le minacce e gli insulti hanno prevalso>, di cui si legge in un comunicato dell’Associazione Nazionale ex Deportati nei Campi Nazisti di Roma, la Rete Romana di Solidarietà con il Popolo Palestinese, esplicitamente chiamata in causa nel predetto comunicato, smentisce categoricamente che nell’assemblea di lunedì 30 marzo indetta dall’Anpi in preparazione della celebrazione del 25 aprile, cui il comunicato si riferisce, vi siano stati insulti e minacce nei confronti di chicchessia”. Lo scrive in una nota la Rete Romana Di Solidarietà con il Popolo Palestinese, “Vi è stato un solo breve coro di proteste alla fine della riunione quando qualcuno ha affermato di avere sentito le stesse argomentazioni che adduce Casa Pound. I numerosi esponenti di associazioni solidali con la causa palestinese intervenuti nel dibattito e gli stessi rappresentanti della Comunità Palestinese di Roma, nel sostenere la legittimità della propria partecipazione al corteo e della presenza in esso della bandiera palestinese, come quella di tutti i popoli che sono in lotta per affermare il proprio diritto alla libertà, si sono espressi con toni pacati ed in tanti hanno manifestato rispetto e considerazione per l’Ebraismo e per i cittadini italiani di religione ebraica, di cui nessuno ha osato mettere in dubbio il buon diritto a celebrare il 25 aprile come tutti. Anzi è stato ricordato l’apporto alla Resistenza di tantissimi ebrei all’interno delle formazioni partigiane. Nulla è stato obiettato alla presenza dei rappresentanti della Brigata Ebraica e della relativa bandiera, tenendo nettamente distinte la critica e l’opposizione alla politica dello Stato Israele contro cui resiste il Popolo Palestinese. Il presidente della Sezione Provinciale dell’ANPI, Ernesto Nassi, a conclusione dell’assemblea ha auspicato la presenza nel corteo, insieme alla bandiera dell’ANPI, di quella della Brigata Ebraica e di quella Palestinese. A questa conclusione ci atteniamo”.