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Migranti, perché scappano? Spieghiamolo nelle scuole

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Di Elena Paparelli

Il vertice europeo straordinario dedicato all’emergenza immigrazione del 23 aprile punta ad aumentare sensibilmente i fondi per le missioni Triton e Poseidon, portandoli da 3 a 9 milioni di euro al mese.

Fra i punti della bozza di accordo dei capi del Governo europei riuniti a Bruxelles, il rafforzamento della nostra presenza in mare per contrastare i trafficanti; lo smantellamento delle reti della tratta; l’avvio di programmi di sviluppo regionale e di protezione per il Nord Africa e il Corno d’Africa; l’aumento degli aiuti di emergenza per gli Stati membri in prima linea.

Contro le tragedie di immigrati in mare – aveva dichiarato a SkyTg24 la portavoce dell’Unhcr Carlotta Samiserve un’operazione Mare Nostrum europea. La chiediamo da oltre un anno e non c’è stata riposta”. Quella che ora questo ultimo vertice straordinario sembra deciso a dare.

E mentre si attendono i primi commenti sulla giornata di lavori, è ancora on line la petizione promossa dal Comitato 3 Ottobre, promotore della proposta di legge per l’Istituzione della Giornata della Memoria e dell’Accoglienza il 3 ottobre di ogni anno, in ricordo dei migranti che hanno perso la vita in mare e di quanti rischiano la vita per salvarli.

La proposta di legge – dice a Voci Globali il presidente del Comitato Tareke Brhaneè stata approvata il 15 aprile dalla Camera dei deputati con 287 voti favorevoli e 72 contrari ed ora è passata al Senato. Il nostro obiettivo è quello di far sì che in tutte le scuole nazionali e dell’unione europea si porti avanti un’operazione di sensibilizzazione sul tema dei migranti“.

Brhane, la sofferenza e la difficoltà del viaggio verso un altrove, le conosce bene: scappato dall’Eritrea, che era appena un ragazzo di 17 anni, per evitare la coscrizione a vita, ha subito violenza e prigionia, ed è stato respinto al primo tentativo di attraversare il Mediterraneo. “Quando sono partito – racconta – ero ben consapevole che c’era un rischio altissimo di non farcela. Preferivo però rischiare pensando di poter morire in mare, piuttosto che di poter perdere la vita nel deserto, e con maggiore sofferenza“.

Da vociglobali.it


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