Le leggi elettorali in discussione in Parlamento sono almeno discutibili, giacché quella elettorale dovrebbe essere una legge proporzionale (come il Consultellum) e con il Senato, fatto in gran parte da nominati, correremmo il rischio di andare verso una deriva autoritaria. Troppo governo e troppo poco Parlamento. E in questo modo non potremo votare la riforma della Carta. E il male dell’Italicum è quello di averlo concepito Renzi e Berlusconi.
La trave è costituita da due elementi. Innanzitutto perché farà crescere un gigante con tanti cespugli giacché l’Italicum premia il partito vittorioso, determina l’investitura diretta del presidente del Consiglio e con una soglia di accesso al 3% per cento mette in difficoltà l’opposizione, la frantuma e le impedisce ogni funzione di controllo. Il voto diventa un plebiscito e le impedisce ogni funzione di controllo e il voto diventa un plebiscito anche perché la legge è viziata nel metodo giacché si applica a una Camera quando il Parlamento ne ospita ancora due. E, in ogni caso, avremmo un sistema stralunato con due Camere armate l’una contro l’altra: da una parte, un maggioritario e, dall’altra, un proporzionale.
Ed è per molti aspetti incredibile che non si arrivi almeno ad alza re la soglia al 5 % per cento come si è deciso di fare in Germania. Insomma, a guardare le cose un pò da lontano ma a una distanza che ci consenta di guardare con la necessaria lucidità, è possibile scorgere le contraddizioni che ci impediscono di vedere quello che di contraddittorio e di ritorno all’indietro sta accadendo nel nostro sistema costituzionale, a oltre settanta anni dalla sua tormentata approvazione.
Ma non è facile il colloquio tra chi governa e chi riflette sulla necessità di difendere la democrazia nel nostro Paese. Giacché chi governa sembra insistere essenzialmente sulla necessità di far presto e raggiungere già quest’anno i risultati messi in calendario mentre tanti nel nostro Paese sono preoccupati della possibilità che la velocità conduca a risultati tutt’altro che accettabili.
E’ il caso proprio, io credo, fermarsi un momento a pensare quali possono essere i risultati di una corsa in cui si perde di vista il risultato finale e si ha fretta soprattutto di arrivare al traguardo. Staremo a vedere ma saremo in ogni caso ad analizzare la coerenza, se c’è, del lavoro già fatto dalle Camere e le possibili conseguenze di un’architettura sbilenca e contraddittoria come quella che sta emergendo prima di tutto dalle leggi elettorali già approvate e in cantiere.