C’ è qualcosa di acrimonioso, a volte, quasi di sordido, nella battaglia che dall’interno del mondo cattolico, anche servendosi della buona fede di giornalisti cattolici, o vicini alla Chiesa cattolica, viene condotta contro Papa Bergoglio, spesso trattato come uno studente ritardato che non fa bene i compiti, si contraddice, inciampa, non fa bene i compiti. A questi si aggiunge l’ esercito delle vedove di Papa Ratzinger. Durante il periodo pasquale, da poco concluso, un sito noto per la sua cultura, la ricchezza, la vastità e serietà di informazione, a volte non priva di faziosità, ha pubblicato le Omelie pasquali, “esercizi di predicazione liturgica per la Settimana Santa. Dall’ archivio di Benedetto XVI”. Non sarà stata questa l’ intenzione, ma è un’ interpretazione troppo malevola, leggerle come “Un così si fa.”? Una caduta di stile di chi certamente non manca di stile e di acutezza intellettuale. Una caduta di stile perché non è detto che un gesto, un’ azione, non sia altrettanto e più importante di un testo, magari affascinante ma che non incide nei comportamenti delle persone. La fede non è solo un fatto estetico. Così, può essere antipatico da dirsi, ma Joseph Ratzinger è un teologo certamente di levatura, ma il Novecento ha conosciuto teologi di altra levatura che hanno prodotto opere di importanza fondamentale.
Il grande teologo domenicano Yves Congar durante il Concilio Vaticano II, tenne un diario giornaliero, dove riferiva puntualmente sullo svolgimento dei lavori, gli interventi, le tesi sostenute da periti e vescovi. Spesso, nella sua precisione, cita l’ elenco dei presenti alle singole riunioni, tra questi in numerose occasioniRatzinger, ma mai, se ricordo bene, cita un intervento decisivo, rilevante di Ratzinger. Il che, ovviamente, non esclude che durante il Concilio abbia esercitato la sua influenza teologica in altre occasioni. Certamente ha avuto il merito di scrivere il testo del discorso che il Card. Frings ha tenuto a Genova criticando (o meglio, giustamente demolendo) i documenti preparatori al Concilio elaborati dalla Curia di allora. Così come va anche ricordato che durante il Concilio, tenne una conferenza in una diocesi di lingua tedesca sui pericoli del Concilio.
A volte viene da domandarsi se il modo in cui la Curia, non solo l’ apparato, i Vescovi, ma anche qualche cardinale, abbia soffocato il Concilio sia stato il pretesto della corretta interpretazione (la loro, ovviamente) da dare a quell’ avvenimento storico. A volte viene da chiedersi se tanta acrimonia verso Bergoglio non venga dal fatto che con i suoi comportamenti fa riemergere la linfa vitale del Concilio Vaticano II, il suo senso del tempo, della molteplicità delle presenze umane culturali che vivono e rendono vitale la Chiesa universale, il recupero a un livello alto della missione pastorale. La consapevolezza che nella Chiesa non è sufficiente l’ esprit de géomètrie, ma anche l’ esprit de finesse, la capacità empatica di capire le situazione, il pathos, il dolore, la sofferenza o la gioia che le accompagna.
Che i Papi non siano perfetti si sa. Un Papa di straordinario, di eccezionale valore, Papa Paolo Giovanni II scelse tra i suoi principali collaboratori il discusso Mons. Marcinkus. Ratzingher per anni e anni ebbe come suo principale collaboratore il Card. Bertone che non sempre ha riscosso la stima di tutti. E’ spiacevole constare che un Papa commette errori anche gravi ma, in fondo, questo ci aiuta anche a tollerare i nostri errori, ci induce ad accettare la nostra fallibile umanità.
Papa Bergoglio viene accusato di incoerenza. Ma in realtà è una cultura aristotelica che emerge, come se la scienza e la filosofia non avesse fatto dei passi avanti. Scrivono i fisici nostri contemporanei: “ Nella meccanica quantistica nessun oggetto ha una posizione definita, se non quando incoccia in qualcos’ altro”. E’ il mistero della fede. Noi non possiamo possedere Dio, ma nell’ incontro con qualcos’ altro percepiamo Dio, l’ Assoluto, come in uno specchio, oscuramente. Anche l’ esperienza religiosa vive di “quanti” di rivelazione e come nella fisica tra i quanti di energia non c’è una continuità priva di interruzioni, di salti da un’ interazione all’ altra. Questo, ovviamente non vuol dire che, come nella fisica, non ci sia una teoria di base che tiene insieme le diverse esperienze, scientifiche o teologiche che siano. Ma vuol dire che il principio di non contraddizione come lo conoscevamo due secoli fa è oggi attraversato da molte intersezioni.
La realtà è che ci sono molti Gesù. L’ adolescente che parla ai dottori nel tempio, il Gesù sulla croce che si chiede “Padre perché mi hai abbandonato”. Il Gesù che cede a una richiesta della madre e tramuta l’ acqua in vino perché non venga rovinata una festa matrimoniale, Il Gesù che scaccia i mercanti dal tempio. Qualcuno si sente di dire che Gesù era un personaggio umorale e incoerente? Nella mia fantasia accosto Ratzingher al Gesù che parla ai dottori del Tempio, Bergoglio al Gesù che scaccia i mercanti dal Tempio. Questo non mi impedisce di apprezzare il valore del pontificato di Papa Benedetto XVI, così come non mi impedisce di apprezzare il valore del pontificato di Papa Francesco.