“L’amore è figlio di zingari,
mai ha conosciuto legge;
se tu non m’ami, io t’amo;
se io t’amo, attento a te!”
Da queste parole sembra animarsi La Carmen di Enzo Moscato ispirata alla novella di Mérimée con la regia di Mario Martone e la direzione musicale di Mario Tronco in scena al Teatro Argentina di Roma fino al 19 aprile. Interpreti principali Iaia Forte e Roberto De Francesco e la musica, legata ma profondamente trasfigurata alla Carmen di Georges Bizet, con l’esecuzione dal vivo dell’Orchestra di Piazza Vittorio.
Una narrazione della struggente storia della sigaraia di Siviglia e dei suoi amanti, intrisa di follia, magia, malinconia, passione, tradimento, violenza e immancabilmente di amore, ambientata non più nella Spagna dell’Ottocento, ma in quella terra misteriosa che è Napoli, in un tempo che ci offre la percezione del presente e del passato, in cui si mescolano tradizioni lontane, in cui si illuminano le mille sfumature della cultura gitana, della sceneggiata napoletana e del teatro popolare con musiche, qui la scelta dell’Orchestra di Piazza Vittorio si rivela sublime, il saliscendi dei musici dalla “buca” al palcoscenico sorprende lo spettatore di puro stupore in un’armonia di vita intonata e stonata che incanta.
Carmen, nella rilettura di Moscato e Martone non muore, la cecità sarà la condanna inflittale dall’innamorato Don Josè, la pièce inizia e termina con la protagonista che tende le mani nell’oscurità, rendendo ancora una volta impossibile al destino di dimenticarsi di lei.