Il Segretario della Federazione Nazionale della Stampa dopo la lettera del Garante della privacy a Renzi: non tocca ai giornalisti tenere segrete le notizie
“È da tempo che l’Autorità garante per la protezione dei dati personali cerca di introdurre limitazioni o forme di tutela rafforzata della privacy in materia di intercettazioni. Fermo restando che non invochiamo il libero arbitrio o l’impunità, non vorremmo però che dietro tutto questo gran parlare – in particolare quando vengono fuori questioni, sia pure non penalmente rivelanti, che riguardano personaggi noti o pubblici – ci fosse la preoccupazione di tutelare, più che il cittadino comune, proprio chi ha una certa notorietà, categoria di cittadini che hanno sì diritto alla
privacy, ma in qualche modo attenuato”. È quanto sottolinea il segretario generale della Federazione nazionale della stampa, Raffaele Lorusso, interpellato sulla lettera che il Garante Soro ha indirizzato al premier Renzi.
Il sindacato dei giornalisti “non si sottrae al confronto: è una nostra vecchia proposta – ricorda Lorusso – quella dell’udienza filtro, così come abbiamo sostenuto l’idea di un giurì dell’informazione che potrebbe stabilire se ci sono stati eccessi o meno. Siamo convinti per primi che gli eccessi vadano sanzionati, ma la diffusione di informazioni che hanno rilevanza per l’opinione pubblica, se date in un contesto di essenzialità e continenza, è sempre lecita, come più volte ribadito dalla giurisprudenza italiana ed europea”.
Quanto alla proposta di prevedere il reato di “pubblicazione arbitraria di intercettazioni”, messa a punto da Nicola Gratteri, a capo della Commissione per la revisione della normativa antimafia, per Lorusso “sarebbe un reato di dubbia costituzionalità, perché configurerebbe una sorta di censura, vietata comunque dalla Costituzione. La Corte di Strasburgo ha più volte ribadito che la pubblicazione di notizie coperte da segreto non è reato se riguarda personaggi pubblici. E comunque non tocca ai giornalisti tenere segrete le notizie, semmai è loro compito fare il contrario, diffondere le notizie su cui c’è interesse dell’opinione pubblica. L’eventuale reato di divulgazione di notizie coperte da segreto andrebbe contestato a coloro che quel segreto dovrebbero custodire”. (ANSA).
MF