L’Expo inaugura il 1° maggio insieme con la proclamazione della legge elettorale. Coincidenze brutali. Per pietà, non chiamiamola Italicum, altro nome buffone. A storpiare nomi si è partiti con la “legge truffa” e poi da un nome almeno comprensibile in lingua madre s’é arrivati a nomignoli insultanti per i padri della patria perché è su quella legge che fondiamo (fondarono) i principi per instaurare la democrazia. Per capire di che si sta parlando quella che sta entrando in vigore chiamiamola giusto legge Renzi. Sarà la storia futura -dato che, nonostante il passato, non siamo stati in grado di tirarne su una nel presente- a rivelare eventuali insulti. Ma se ciò accadrà questa volta gli insulti si ripercuoteranno sulla democrazia che, a ‘sto punto, se ne sarà andata per sempre.
E veniamo all’Expo archistar. La sua apertura coincide con il 1°maggio proprio per assicurarci il trionfo della nostra repubblica che (ri)sorgerà e (ri)fonderà sul lavoro…
Il volume d’affari miliardario tra potenti imprenditori nazionali e planetari è già scontato: senza loro, mafia o non mafia, il parco delle meraviglie non sarebbe esistito sicché ci pare ovvio che il loro tornaconto è già garantito. Ora abbiamo solo più da vedere se tutti gli altri (lavoratori non vip) potranno godere ex expo oppure se, come sempre è accaduto post eventi mondiali prodotti nei paesi indebitati oltre ogni limite, saremo solo protagonisti esclusivi della lenta decomposizione dei mostri archistar.
E veniamo al 1° maggio…
Non so in quanti verremo, ma io ci vado ancora.