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Expo 2015, Giuseppe Platone (pastore valdese di Milano): “una sfida per le chiese”

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Il primo maggio a Milano verrà inaugurata la kermesse mondiale EXPO 2015 con il tema: “Nutrire il pianeta. Energia della vita”. Anche le chiese cristiane evangeliche proporranno attività e momenti di riflessione. L’agenzia NEV ha intervistato il pastore valdese di Milano, Giuseppe Platone (nella foto).

Oggi tutti parlano di EXPO 2015 con grande naturalezza, tuttavia c’è sempre un percorso dietro ogni grande evento.
L’Esposizione universale ha dietro sé una lunga e complessa progettualità. E anche una lunga storia che nasce nel 1851 a Londra con l’esposizione internazionale dell’Industria. Una storia quella dell’EXPO prevalentemente occidentale. Il fatto che 145 paesi si presentino nello spazio di pochi chilometri quadrati è una gran bella sfida.

Per quale motivo le chiese evangeliche, e non solo, sono coinvolte direttamente nell’EXPO?
Come cristiani partiamo dallo scandalo che vede un mondo, il nostro, in cui la produzione agricola potrebbe nutrire tutti gli abitanti del pianeta. Più di 800 milioni di persone soffrono per fame e malnutrizione e tra queste ben 162 milioni di bambini, con meno di 5 anni. Non vogliamo diventare, noi chiese cristiane, i servi sciocchi dei quei potentati economici transnazionali che accumulano, sul versante dell’alimentazione e dell’energia, immensi profitti finanziari causando tragedie umane irreparabili. Questo sistema alimentare continua a tenere in ginocchio le aree deboli e povere del mondo: l’attuale sovranità alimentare del mondo intero crea disastri ambientali, sprechi enormi e consegna un futuro drammatico alle prossime generazioni. C’è poco da vantarsi, occorre invertire la tendenza.

Di fatto però l’EXPO è un appuntamento commerciale che muove interessi milionari.
È vero che l’EXPO è sostanzialmente un grande business sostenuto da multinazionali che promuovono innanzitutto i loro interessi commerciali. Siamo di fronte ad un bivio: o rifiutiamo questa fiera mondiale dicendo che anziché nutrire il pianeta si rischia di nutrire solo le multinazionali e ci collochiamo fuori dal villaggio; oppure ci stiamo dentro cercando di rimettere in discussione l’attuale modello economico che continua ad arricchire i ricchi e a impoverire i poveri. C’è da dire che all’interno dell’EXPO, per la prima volta, sarà presente anche la società civile, attraverso il coinvolgimento di numerose organizzazioni non profit che faranno capo alla Fondazione Triulza, un antico cascinale destinato a rimanere anche dopo l’EXPO come luogo di ricerca e di proposta culturale.

Nutrire il pianeta, energia per la vita” è il tema scelto per l’EXPO di Milano. E’ anche un tema evangelico?
Il motto scelto racchiude indubbie assonanze bibliche. Con la mente si va al famoso frutto proibito dell’Eden, via via sino alla manna del deserto, alle focacce di Elia per arrivare alla moltiplicazione dei pani dei pesci e a quella cena eucaristica che, tra cristiani, ci vede ancora divisi. Tra cibo materiale e cibo spirituale ci giochiamo la nostra vita. Sovente coltiviamo un atteggiamento idolatrico nei confronti del cibo. È un grande universo quello del cibo e dell’acqua che racchiude anche le pagine bibliche ed è ancora in parte inesplorato.

L’EXPO avrà al centro la sicurezza alimentare nel mondo. Ma non si rischia di fare solo della retorica?
Questo rischio esiste. Gli obiettivi contro la povertà del Millennio inaugurato alle Nazioni Unite nel 2000 sono ancora da completare (anche se molto è stato fatto). Bisogna continuare su questa strada di giustizia a cominciare dalla tutela dei beni comuni: terra, acqua, aria, risorse alimentari, fonti energetiche senza mai dimenticare che al centro c’è la vita delle persone il cui diritto alla dignità dev’essere rispettato ad ogni latitudine. Insomma il nostro orizzonte è sempre ancora quello indicato nel 1983 a Vancouver nel corso della VI Assemblea del Consiglio ecumenico delle chiese che ha sede a Ginevra: pace, giustizia, salvaguardia del creato.

Quali programmi avete messo in campo come chiese protestanti, sia a livello ecumenico che interreligioso?
Come protestanti apriremo, a turno, le nostre chiese per tutti i sei mesi dell’EXPO. Offriremo momenti di spiritualità in varie lingue e culti tematici predisponendo depliant informativi e collegando i siti telematici delle singole chiese. A livello ecumenico ci muoviamo attraverso il Consiglio delle chiese cristiane di Milano (www.consigliochiesemilano.org) a cui partecipano, ormai da più di quindici anni, diciassette chiese cristiane diverse. Per il periodo dell’EXPO ogni giovedì nelle singole chiese nel tardo pomeriggio si terrà una liturgia ecumenica della Parola destinata ai visitatori. Tra le iniziative significative merita una segnalazione quella nata in ambito valdese ma con un orizzonte ecumenico: il simposio internazionale che si svolgerà dal 18 al 20 settembre sul programma di management ambientale tra le chiese denominato “Gallo verde” (www.churches4planet.wordpress.com). A livello interreligioso il Forum delle religioni a Milano (www.forumreligionimilano.org) in accordo con la comunità di Sant’Egidio e il Comune sta allestendo in città un apposito spazio per il dialogo tra le religioni. Si stanno inoltre definendo, nell’ambito del Forum, le linee di un convegno internazionale su cibo e religioni all’interno dell’EXPO. In città è in progetto una manifestazione interreligiosa articolata in due momenti pubblici: preghiera e incontro con i rappresentanti delle istituzioni per riflettere su ciò che si sta concretamente facendo (o non facendo) sul piano interreligioso oggi a Milano. Ed è solo un assaggio.


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