di Piero Innocenti
La recente indagine della Dda di Bologna e del Ros dei Carabinieri (operazione “Aemilia”) sulla presenza di cellule della ‘ndrangheta in Emilia Romagna, conclusasi con decine di arresti e perquisizioni, ha confermato la presenza pervasiva della mafia calabrese anche in questa regione, che molti si ostinavano ancora a ritenere indenne da infiltrazioni mafiose. In realtà, già più di dieci anni fa, vi erano stati segnali preoccupanti sulla presenza di esponenti delle ‘ndrine in alcune città emiliane e uno dei massimi esperti della criminalità organizzata Enzo Ciconte, già allora, dall’ Osservatorio di Reggio Emilia, aveva messo in guardia, invano, sulla penetrazione silenziosa della ’ndrangheta. Tutti dovrebbero essersi, finalmente, convinti che non c’è un angolo del paese immune dalla presenza di una delle mafie più potenti al mondo, da anni, insediatasi anche in moltissimi altri paesi. Hanno provato a ricordarlo anche i 200mila cittadini, associazioni e istituzioni che, con Libera di don Ciotti, il 21 c.m., hanno sfilato a Bologna per rilanciare una nuova Resistenza etica e politica contro la criminalità e la “spuzzolente” corruzione.
In questo scenario, una speciale attenzione deve essere riservata, nella regione dell’Emilia Romagna, al narcotraffico, che è nelle mani, non solo di esponenti della criminalità organizzata, ma anche di gruppi stranieri, ai quali vengono affidati, in genere, compiti di spaccio. In attesa di esaminare compiutamente tutte le informazioni sull’azione di contrasto al traffico di stupefacenti del 2014, contenute nel consueto rapporto annuale della Direzione Centrale per i servizi Antidroga (DCSA), in fase di elaborazione ( la pubblicazione avviene, di norma, verso metà anno), possiamo trarre qualche spunto da alcuni dati regionali, partendo dai sequestri effettuati. Ebbene, nel decorso anno, in tutta l’Emilia Romagna, le forze di polizia e le dogane hanno intercettato circa 877 kg. di stupefacenti, con la provincia di Modena che è quella in cui si è registrato il valore maggiore (275 kg.), seguita da Ravenna (211 kg.), Bologna (207 kg.), Parma (74kg.), Reggio Emilia (34 kg.), Ferrara (30 kg.), Forli (21kg.), Piacenza (17 kg.) e Rimini (8kg.). Tali valori sono l’esito di 1.336 operazioni antidroga che, già in calo rispetto al 2013 (1.840) e al 2012 (1.871), rappresentano il numero più basso degli ultimi dieci anni ( il picco del decennio si è avuto nel 2009 con 1.920 operazioni).
Nel 2013, il valore totale dei sequestri di droghe era stato di circa 747 kg. (più circa 70 kg. di altre droghe) e Bologna aveva il primato regionale, con 273 kg. di stupefacenti intercettati, mentre nel 2012, si era superata la tonnellata (1.196 kg.) con Bologna sempre in testa (355kg.) seguita da Rimini (164kg.), Ferrara (155kg.), Ravenna (151kg.), Modena (123kg.), Forlì-Cesena (87kg.), Piacenza (49kg.) e Parma (34kg.). Un volume regionale di commercio, dunque, considerevole, con un fatturato annuo stimato di diverse centinaia di milioni di euro, che ha portato alla denuncia alla magistratura, nel decennio 2005-2014, per associazione a delinquere finalizzata al traffico e per spaccio, di ben 28.858 persone, di cui 2.211 donne e 14.852 stranieri, in prevalenza di nazionalità tunisina, marocchina, albanese. Quest’ultimo dato è particolarmente significativo per l’Emilia Romagna, in quanto gli stranieri sono oltre il 50% dei denunciati, a fronte del 35% circa della media nazionale. In tema di coltivazioni domestiche di marijuana, poi, i dati indicano una chiara tendenza a “mettersi in proprio”: dal 2005 al 2014, infatti, sono state sequestrate 14.258 piante di cannabis con il picco di 2.414 nel 2007. L’attività, d’altronde, è particolarmente redditizia e, con qualche accorgimento, la possibilità di essere scoperti è ridotta.
I decessi per abuso di sostanze stupefacenti rilevati direttamente dalle forze di polizia ( sfuggono, dunque, tutte le altre morti causate indirettamente dalle droghe) hanno avuto inizio nel lontano 1973 con l’unico caso segnalato quell’anno. Nei quarantadue anni di rilevazione nazionale i morti segnalati per droga sono stati poco più di 24 mila e sono andati man mano calando nell’ultimo decennio, passando dai 653 del 2005 ai 320 del 2014 ( dato non stabilizzato). Le regioni più colpite, negli ultimi dieci anni, sono state il Lazio, la Campania, il Piemonte e la Lombardia. In Emilia Romagna il totale dei decessi, nel decennio in esame, è stato di 365 persone con il picco (51) registrato nel 2006. Il maggior numero di decessi per abuso di droghe ( in gran parte per eroina) si è avuto a Bologna. Ed anche in questo scorcio di 2015, nella regione, l’eroina continua ad avere una buona offerta, se si pensa ai 26 chilogrammi già sequestrati dalle forze di polizia a Ravenna, ai 3,5 kg. a Modena e ai 2 kg. a Bologna. Quando si deciderà la politica ad affrontare il tema del narcotraffico e delle droghe per cercare di porre fine all’arricchimento delle poderose organizzazioni criminali e ai vari gruppi satellitari che gestiscono questo commercio?