Venerdì 17 aprile Gao Yu, 71 anni, è stata condannata da un tribunale di Pechino a sette anni di carcere con la ridicola accusa di “aver svelato segreti di stato”. Le autorità giudiziarie non hanno rivelato alcun dettaglio sul presunto “segreto di stato” che Gao Yu è accusata di aver diffuso. Negli atti processuali si fa riferimento a un “documento”, che potrebbe essere una linea-guida interna del Partito comunista, conosciuta come Documento n. 9.
Nel documento, la libertà di stampa e “valori universali” come la democrazia e i diritti umani sono attaccati pesantemente. Se così fosse, Gao Yu avrebbe commesso il grave “reato” di aver svelato l’assoluta ostilità ai diritti umani da parte del regime di Pechino.
Il processo di Gao Yu è stato inquinato da ripetute irregolarità, compresa l’assenza di un avvocato all’inizio dell’inchiesta. Nel maggio 2014 la televisione di stato CCTV aveva mandato in onda una “confessione” di Gao Yu. Il suo avvocato ha denunciato che la dichiarazione era stata ottenuta illegalmente perché, dal momento che le autorità avevano imprigionato anche il figlio della giornalista, lei si sentiva minacciata e sottoposta a pressanti pressioni psicologiche. Non sapeva neanche che la sua confessione sarebbe stata trasmessa.
L’avvocato di Gao Yu ha annunciato ricorso contro la condanna.